mercoledì 12 aprile 2017
Il progetto britannico “Restore” per fermare a distanza i veicoli pesanti usati dai terroristi grazie all'elettronica di bordo e alla geo-localizzazione in tempo reale. Ma non sarà facile realizzarlo
Il camion usato per la strage di Nizza il 14 luglio 2016 che provocò 84 morti

Il camion usato per la strage di Nizza il 14 luglio 2016 che provocò 84 morti

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C’è un florilegio di nuove tecnologie per complicare la vita ai veicoli-killer: quei camion e Suv trasformati sempre più spesso purtroppo da terroristi più o meno improvvisati in macchine mortali. La tattica degli aspiranti kamikaze è estremamente imprevedibile e ardua da arginare. Ma ci sono ricerche molto promettenti. A partire dalla Gran Bretagna, che in fatto di hi-tech ha poco da invidiare a chiunque. I laboratori di ricerca dell’Home Office stanno lavorando da tempo a un progetto di switch-kill, ribattezzato Restore. Non impressioni il nome. Parliamo di studi e ricerche su armi e dispositivi non letali. Il Restore è ambizioso. Ipotizza che tutti i veicoli pesanti e i mezzi “impazziti” possano essere rallentati e stoppati a distanza quando assumano traiettorie minacciose.

Tutta ruota intorno all’elettronica di bordo, che dovrebbe contenere una sorta di interruttore (switch) azionabile a distanza tanto da un poliziotto che pattugli sul terreno quanto dai terminali di un centro di sorveglianza. Il dispositivo permetterebbe di neutralizzare il veicolo-bersaglio, mirandolo da remoto grazie alla geo-localizzazione in tempo reale dei suoi dati di velocità e posizione. Progetti simili stanno maturando anche in seno al COSI (Comitato di cooperazione operativa sulla sicurezza interna dell'Ue). C’è una tabella di marcia stringente, che parla di sistemi operativi in meno di sei anni, forse obbligatori per tutti i veicoli circolanti nel territorio dell’Unione. Prima ci sono ostacoli da superare. Le certificazioni non saranno agevoli perché non parliamo di giochini virtuali: si tratta di incrociare molti dati, dalla ricognizione automatica del numero di matricola ad altri fattori, per evitare incidenti. Altre tecnologie, già mature, permetterebbero di stendere uno scudo protettivo sui grandi eventi di massa: festival, concerti e assembramenti ludici. Ma hanno un quid pluris di aggressività, che combina acustica estrema, sistemi a impulsi elettromagnetici, microonde, armi a energia diretta e laser accecanti. Parliamo di un’extrema ratio, dell’ultima linea di difesa che non fungerà mai da panacea a tutti i mali. Per quanto arduo, il terrorismo andrà sempre combattuto a monte, non a valle.

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