lunedì 12 marzo 2012
​Riordino dei modelli contrattuali e riforma degli ammortizzatori sociali: questi i temi sui quali sono tornati a incontrarsi governo e parti sociali. Resta la cassa integrazione. Fornero: si chiude entro il 23 marzo. Da domani incontri bilaterali con le parti sociali.
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"Questa è una settimana decisiva per definire l'accordo. Il presidente del Consiglio, Mario Monti e il ministro del Lavoro Elsa Fornero intendono chiudere tra il 21 e il 23 marzo. Lo avrebbe riferito lo stesso ministro del Welfare Elsa Fornero aprendo l'incontro con le Parti sociali per la riforma del mercato del lavoro. "Il governo - ha sottolineato Fornero secondo quanto si apprende - ha sempre lavorato per un accordo con le parti sociali. Questo è l'obiettivo del governo. Per questa prospettiva lavoriamo in questa ultima fase".Da domani, nel confronto sulla riforma del mercato del lavoro, il ministro Elsa Fornero avvierà una seria di incontri bilateri con i leader delle parti sociali sulla flessibilità in uscita, quindi sul nodo dell'articolo 18. Lo riferiscono fonti presenti oggi al tavolo al ministero.RIFORMA AMMORTIZZATORI SOCIALI La riforma degli ammortizzatori sociali "sarà incentrata sulla nascita della assicurazione sociale per l'impiego". È il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a quanto si apprende, a spiegare così, a imprese e sindacati, la nuova "forma di tutela e di sostegno al reimpiego". L'impianto presentato dal governo prevede che l'assicurazione sociale per l'impiego sostituisca le attuali indennità di mobilità, incentvi di mobilità e disoccupazione per apprendisti, l'una tantum per i co.co.pro e altre indennità. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici con contratti non a tempo indeterminato. I requisiti per accedervi, prevede la proposta del governo, sono due anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio, la durata dell'assicurazione sarà di 12 mesi, 15 per i lavoratori sopra i 58 anni, e avrà un importo medio di 1119 euro, con un meccanismo di decalage che porterà ad un abbattimento dell'indennità del 15% dopo i primi sei mesi e un altro 15% di abbattimento dopo altri sei mesi. L'aliquota contributiva sarà dell'1,3% incrementata dell'1,4% per i lavoratori non a tempo indeterminato.

LA CASSA INTEGRAZIONE RIMANELa cassa integrazione straordinaria (cigs) resterà anche con la riforma del lavoro che il governo sta predisponendo ma non varrà per i lavoratori delle aziende che annunciano la chiusura. Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero nel corso dell'incontro con le parti sociali, secondo quanto riferito da una fonte presente all'incontro. "La cigs rimane ma non viene più concessa in caso di cessazione dell'azienda", ha detto il ministro secondo la fonte.Fra le altre novità annunciate dal ministro, nasce l'assicurazione sociale per l'impiego che sostituisce una serie di altre indennità esistenti quali: l'indennità di mobilità, gli incentivi di mobilità, la disoccupazione per apprendisti e le una tantum per i cocopro. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati con contratto a tempo indeterminato, cioè i flessibili. I requisiti per accedervi sono: 2 anni di anzianità e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. Dura 12 mesi, 15 per i lavoratori over 58. Si abbatte del 15% dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo altri 6. L'aliquota contributiva è dell'1,3% e sale all'1,4% per i lavoratori non a tempo indeterminato.

TENSIONE TRA I SINDACATI​"Se il governo è a caccia di licenziamenti facili" la Cgil resta ferma sul fronte del no, con la leader Susanna Camusso che sottolinea il rischio di "una tensione sociale di lungo periodo".Clima ancora acceso in vista della ripresa del confronto tra parti sociali e governo sulla riforma del mercato del Lavoro, oggi pomeriggio. Con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che puntualizza: "Spero che il governo voglia un accordo innovativo ed equilibrato e non fornisca alibi a chi minaccia tensioni sociali", "non dia stura a chi rincorre tensioni sociali e si barrica nel no"; un messaggio all'esecutivo, perché non ci siano forzature sull'articolo 18 e arrivino risposte sulle risorse per gli ammortizzatori sociali. Ed una stoccata alla leader della Cgil, per rimarcare l'opportunità di abbassare i toni del confronto, dopo la manifestazione della Fiom. La Cisl "farà la sua parte", aggiunge Bonanni. Mentre dal fronte politico il leader del Pd Pier Luigi Bersani avverte: "Sbrogliamo questa cosa" e "facciamolo con un accordo: se il tavolo del lavoro fallisce, stavolta non è come fossimo ai tempi di Sacconi e compagni, non funziona così, stavolta è un liberi tutti, non é uno che si alza e se ne va. Ci vuole un accordo sul lavoro e subito pensare a come dare un po' stimoli all'economia".Un monito a non mettere a rischio la coesione sociale, e a non perdere l'opportunità di una mediazione rispetto alla posizione del governo che ha più volte ribadito che andrà avanti anche senza una intesa. L'articolo 18 resta un terreno minato. Bersani chiede che non si usi "come lo straccio simbolico su cui dire quale sarà la direzione di marcia": è possibile una "manutenzione dell'articolo 18 e penso che le forze sociali siano disponibili", dice, se si sgombera il campo da "obiettivi che non hanno senso e che non ci porterebbero a niente di buono". Posizione che non è in contrasto con la Cgil se si parla di una "manutenzione" nei limiti di un intervento per ridurre i tempi dei processi del lavoro, mentre già aderire alla soluzione proposta della Cisl creerebbe attriti con Corso Italia.Sul fronte della riforma i leader di sindacati e associazioni di imprese torneranno al tavolo al ministero, dopo il rinvio voluto dal governo per individuare risorse per finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali; come hanno chiesto le parti sociali, che si aspettano una soluzione. E resta da affrontare il tema della flessibilità in uscita, con l'articolo 18: nodo lasciato ultimo in agenda. "Non possiamo che condividere l'approccio espresso ieri dal Presidente della Repubblica", dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: La trattativa ' - avverte - avrà un buon esito se tutti accetteranno soluzioni razionali: le tutele si diffondono stanziando le risorse necessarie; i diritti diventano certi riducendo i margini interpretativi''.L'articolo 18 "non va toccato, la sua abolizione o manomissione non crea crescita né occupazione" ribadisce il leader dell'Ugl Giovanni Centrella. Ad innescare toni accesi tra Cgil e Cisl anche un intervento del segretario generale aggiunto Cisl Giorgio Santini. Con la Cgil che su Twitter ribatte: "Lo schema dell'accordo del 28 giugno e la logica della Fiom non possono più stare insieme, dice Santini. Ma si riferisce alla Cisl? Cominci la Cisl ad applicare l'accordo, come invece non ha fatto per le elezioni delle rsu alla Stm di Catania. Applichiamo l'accordo del 28 giugno invece di stupirci del fatto che la Fiom sia scesa in piazza per rivendicare la democrazia negata".

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