mercoledì 15 dicembre 2010
Sale il peso delle tasse in Italia: contro corrente rispetto alla maggior parte dei Paesi industrializzati, il nostro Paese ha visto aumentare dal 2008 al 2009 la pressione fiscale. Così l'Italia scala una posizione e con il 43,5% si colloca al terzo posto, subito dopo Danimarca e Svezia.
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Sale il peso delle tasse in Italia: contro corrente rispetto alla maggior parte dei Paesi industrializzati, il nostro Paese ha visto aumentare, dal 2008 al 2009 la pressione fiscale. Così l'Italia scala una posizione e con il 43,5% si colloca al terzo posto, subito dopo Danimarca e Svezia, Paesi che tradizionalmente associano a un welfare a tutto tondo anche un peso di tasse e contributi notevole. Nella media dei 33 Paesi Ocse, invece, la pressione fiscale si è attestata al 33,7%, "il livello più basso dagli inizi degli anni '90", fa notare l'organizzazione di Parigi. Se per prelievo fiscale l'Italia svetta in testa alla classifica, scivola invece alla penultima posizione, sempre tra i Paesi dell'area Ocse, per l'occupazione giovanile: con il 21,7% fa meglio solo dell'Ungheria, ferma al 18,1%, ed è ben al di sotto della media dei Paesi membri, 40,2%. Tra i giovani occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora solo part-time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% sono senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% appartiene al cosiddetto gruppo 'neet': né studiano né lavorano.Tornando alle tasse, l'Italia nel 2009 ha superato il Belgio per pressione fiscale e ha segnato un aumento mentre in molti degli altri Paesi il rapporto entrate-Pil calava grazie agli stimoli fiscali introdotti per far fronte alla crisi economica. I sindacati, commentando i dati, chiedono al governo di occuparsi "urgentemente" della riforma fiscale. "Una riforma strutturale del fisco va rilanciata - dice Maurizio Petriccioli della Cisl - per fornire un sostegno efficace in questa grave congiuntura economica ai lavoratori, ai pensionati e alle loro famiglie". Domenico Proietti della Uil chiede che "già all'inizio del 2011 ci sia un primo intervento di riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati". Per Danilo Barbi della Cgil "servirebbe urgentemente una riforma che riduca il prelievo fiscale sui lavoratori, sui pensionati e sulle imprese che investono ma è veramente difficile che l'attuale governo voglia farla".
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