Undici giorni strappati al fisco per le imprese italiane. Arretra infatti il Tax free day, vale a dire il giorno in cui l'imprenditore può finalmente cominciare a destinare i guadagni aziendali all'impresa e alla propriafamiglia. Nel 2015 il tax free day è caduto infatti il 9 agosto, mentre nel 2014 la data è stata il 20 agosto. Un 2015 da "incorniciare" per le piccole e medie imprese
italiane. L'anno scorso infatti ha segnato una positiva
discontinuità sul fronte fiscale, con artigiani, micro e piccole
imprese che hanno visto calare il peso della tassazione
complessiva (il cosidetto Total tax rate) al 60,9 per cento: il 3,6% in meno
rispetto al picco toccato nel 2012 che era del 64,5%. Ma nel 2016 la musica
purtroppo cambia: il calo della pressione fiscale si arresta.
L'Osservatorio Cna sula tassazione prevede addirittura un lieve
incremento del Total tax rate (+0,1 per cento) destinato a
salire al 61% complessivo.
Accanto a una "obiettiva ragione di soddisfazione",
secondo le piccole imprese il livello della pressione fiscale in
Italia resta comunque intollerabile (19,4 punti in più della
media europea) e "fortemente penalizzante per l'attività
imprenditoriale". Inoltre, la maggior parte degli interventi
della legge di stabilità 2016 "non produrranno effetti sensibili"
sulle Pmi, se non il beneficio dal super ammortamento per gli
investimenti effettuati in corso d'anno.