lunedì 19 maggio 2014
I contatti governo-Anci proseguiranno e il confronto tecnico potrebbe poi passare a livello politico per cercare di arrivare a una soluzione a breve, entro la fine della settimana. Fassino chiede l'anticipo delle risorse.
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Incontro tecnico questa mattina tra governo e Anci sulla Tasi. Nel corso della riunione, cui hanno partecipato tecnici del Tesoro e dell'associazione dei Comuni, si sono valutate, a quanto si apprende, tutte le ipotesi sul campo, da quella di un rinvio a quella di mantenere lo statu quo con le attuali scadenze di pagamento. L'obiettivo è comunque quello di limitare il più possibile i disagi per i contribuenti chiamati a versare la nuova imposta.Una ricognizione delle problematiche e delle soluzioni percorribili sul nodo Tasi, compreso il rinvio della scadenza fissata al 16 giugno. È servita a questo la riunione tecnica che si è svolta stamattina tra Tesoro e Anci sulla nuova imposta sui servizi indivisibili.Secondo quanto si apprende, i contatti proseguiranno e il confronto tecnico potrebbe poi passare a livello politico per cercare di arrivare a una soluzione a breve, entro la fine della settimana con l'obiettivo di andare incontro alle esigenze dei Comuni e rendere la vita più semplice ai contribuenti. Venerdì scade infatti il termine per le amministrazioni comunali per deliberare sulle aliquote. Finora su oltre 8mila Comuni poco più di 800 lo hanno fatto e mancano all'appello molte grandi città. E gli oltre 4mila Comuni che andranno al voto domenica non potranno farlo. Diverse le ipotesi che si stanno studiando in queste ore: lasciare la scadenza della prima rata della Tasi al 16 giugno per i Comuni che hanno deliberato e rinviare al 16 settembre il termine per gli altri che dovranno comunque deliberare entro luglio. Oppure stabilire per tutti una proroga al 16 settembre. I Comuni non sono contrari al rinvio ma, come ha spiegato il presidente dell'Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, lo slittamento determinerebbe una perdita di liquidità e metterebbe a rischio il pagamento dei servizi essenziali e degli stipendi. Pertanto il governo dovrebbe anticipare le risorse, si tratta almeno di due miliardi.
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