venerdì 30 marzo 2012
​Dal primo aprile le tariffe del gas aumenteranno dell'1,8%, per un aggravio di 22 euro per una famiglia tipo, e quelle dell'energia elettrica del 5,8%, con una maggiore spesa annua di 27 euro. Lo ha deciso l'Autorità per l'energia elettrica e il gas.
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Da lunedì le tariffe del gas aumenteranno dell’1,8%, per un aggravio di 22 euro per una famiglia media. Ancora peggio il rincaro dell’energia elettrica, +5,8%, con una maggiore spesa annua di 27 euro. Non solo, ma da maggio scatterà un ulteriore aumento dell’energia («stimato, ma non ancora approvato») di circa il 4%. In pratica, si rischia un salasso di quasi il 10% e proprio per questo, ieri, il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, ha deciso di «diluire» l’aumento in due tranche. L’obiettivo, ha dichiarato Bortoni, è quello di dare un «segnale chiaro e concreto» alla politica, perchè intervenga su un sistema di incentivazione che, con un peso pari a oltre 10,5 miliardi nel 2012, non è più sopportabile per le famiglie e per le imprese.Per quanto riguarda l’elettricità, l’aumento del 5,8% deriva dagli incrementi del petrolio, dai maggiori costi per il mantenimento in equilibrio del sistema e dall’andamento della borsa elettrica, sia per effetto dell’emergenza freddo dello scorso febbraio, sia in una visione prospettica. Il petrolio è cresciuto infatti dell’8,5% solo nell’ultimo trimestre e del 37,5% rispetto alla fine del 2010, mentre il deprezzamento dell’euro ha spinto i prezzi a picchi storici finora mai raggiunti (97,74 il 13 marzo scorso). Anche l’esigenza di interventi urgenti per la sicurezza del sistema elettrico in vista di una crescita esponenziale della generazione da fonti non programmabili e intermittenti, in particolare il fotovoltaico, rappresenta il 40% circa dell’aumento del 5,8%.Per il gas, l’aumento della materia prima, i cui prezzi sono ancora legati alle quotazioni del petrolio e la crescita degli oneri di distribuzione avrebbero comportato un aumento dei prezzi del 2,2%; in questo caso l’Autorità ha potuto contenere l’incremento all’1,8% per effetto del nuovo metodo di aggiornamento che tiene conto anche del decreto "cresci-Italia", che include fra i parametri utilizzati per determinare i corrispettivi a copertura dei costi della materia prima, il riferimento a una quota gradualmente crescente ai prezzi che si formano sui mercati europei. Nell’incremento sono compresi gli incentivi per la promozione dell’efficienza energetica che, dallo scorso anno, vengono sostenuti attraverso le bollette del gas.Per sostenere poi le famiglie disagiate e i malati gravi che hanno bisogno di apparecchiature elettriche salva-vita, da quest’anno è stato incrementato l’importo dei bonus a riduzione della spesa per l’energia elettrica e per il gas. In particolare, nel 2012, il bonus elettrico è aumentato del 12% per un importo annuo pari ad un minimo di 63 ad un massimo di 139 euro (155 euro per i malati gravi) e, per il gas, l’incremento è del 20% portando il bonus a un valore compreso fra i 35 e i 318 euro.Preoccupate da questa ondata di rincari le associazioni dei consumatori, che chiedono «un intervento del governo» e definiscono «un altro colpo micidiale alle scarse risorse delle famiglie». Per Federconsumatori, che punta il dito contro l’esecutivo accusato di «inerzia», «occorre fare una sana pulizia delle bollette depurandole di tutti gli oneri, contributi e tasse che hanno un discutibile legame con i beni acquistati». L’associazione suggerisce ad esempio di ridurre l’aliquota Iva al 10% per il metano e a 5% per l’elettricità: e in particolare, per il gas di accelerare l’introduzione del riferimento ai prezzi sui mercati europei, rendere noti i prezzi di quello importato in Italia e imporre la riduzione del prezzo di commercializzazione di quello estratto in Italia visto che non è gravato dalle spese di trasporto e dalle <+corsivo>royalties<+tondo>. Per l’elettricità occorre invece rivedere il meccanismo dei finanziamenti alle rinnovabili, attualmente caricati nelle bollette delle famiglie. «Bisognerà comunque continuare ad incentivare tali fonti, ma a carico della fiscalità generale».
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