lunedì 28 novembre 2016
Nell’ultimo anno l’Inghilterra è stata la destinazione preferita dagli italiani che cercavano lavoro all’estero
Talenti tecnologici, Italia terza in Europa
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Linkedin, il social network per professionisti più grande del mondo, annuncia oggi i risultati della ricerca Talent Buzz, lo studio che evidenzia l’evoluzione del mercato del lavoro a livello globale attraverso l’analisi degli aggiornamenti delle informazioni inserite dagli utenti presenti sulla piattaforma.

Secondo i dati emersi dalla ricerca, l’Italia risulta essere il terzo paese in Europa per numero di professionisti operanti all’interno del comparto tecnologico che, negli ultimi 12 mesi, nel nostro paese ha evidenziato una crescita di talenti pari all’1,45% diventando così anche il settore con il maggiore sviluppo della penisola, in termini di forza lavoro. Un risultato che, in questa speciale classifica, ci pone a sorpresa davanti a paesi come la Spagna e l’Olanda, mentre al primo posto troviamo l’Inghilterra e in seconda posizione la Francia, due nazioni nelle quali il mercato del lavoro, oggi, riscontra sicuramente una maggiore mobilità e dove, quindi, sembrano crearsi maggiori opportunità professionali, a differenza di quanto invece sembra accadere in questo momento in Italia.

Valutando questi cambiamenti sulla base delle modifiche apportate dagli utenti, tra ottobre 2015 e ottobre 2016, all’interno dei loro profili, LinkedIn ha potuto scoprire inoltre che l’Inghilterra nell’ultimo anno è stata la destinazione preferita per chi decide di lasciare l’Italia per cercare nuove opportunità oltre confine e, allo stesso tempo, è stata anche la nazione da cui è arrivata la maggior parte dei professionisti stranieri che sono venuti a lavorare nel Belpaese. Un dato, questo, che, se da una parte potrebbe subire decisivi cambiamenti o addirittura stravolgimenti nei prossimi anni a causa della Brexit, arrivando anche ad avere conseguenze importanti sull’economia e il mercato del lavoro italiano, dall’altra, forse, potrebbe permettere al nostro Paese di trarre vantaggio proprio dalla decisione referendaria presa pochi mesi fa dal popolo britannico, cogliendo in questo modo l’occasione di trattenere più facilmente i talenti sul territorio nazionale e magari anche decidendo di investire maggiormente sulle nuove generazioni di professionisti, pronti a entrare nel mondo del lavoro.

Dando uno sguardo più attento alla ricerca, poi, si nota anche però come, mentre la Tecnologia (+1.45%), il comparto sanitario e farmaceutico (+1%) e quello del manifatturiero (+0.9%) sono tra i segmenti che hanno registrato il più alto tasso d’incremento di talenti, dall’altra parte le aree nelle quali si è perso il maggior numero di professionisti durante quest’anno sono state quelle dell’apparato governativo, dell’educazione e del non-profit.

Inoltre, se osserviamo ancora più da vicino il settore tecnologico, scopriamo che nell’ultimo anno in Italia, all’interno di questo particolare segmento, si è riscontrato un aumento di talenti nel campo del product management (+6.7%), seguito poi da una crescita del numero di imprenditori di settore (+6.3%) e degli esperti di marketing (+4.7%). Tra i talenti che, invece, si sono persi possiamo constatare come all’interno del mondo tecnologico italiano, oggi, rispetto a un anno fa, ci siano meno professionisti nel campo Media&Comunicazione (-3.1%) e in quello dell’Art&Design (-4%). Numeri questi che sottolineano come, anche se nel corso degli ultimi 12 mesi l’Italia sia cresciuta sotto il profilo tecnologico, il paese abbia ancora bisogno di migliorare il modo in cui forma e trattiene i propri talenti. Una formazione di alta qualità nel campo delle nuove tecnologie e in generale nel cosiddetto ambiente Stem, infatti, è essenziale per stare al passo con i tempi e seguire i trend dell’innovazione globale, oltre che per rispondere alle esigenze delle persone e dei mercati.

Infine, se diamo uno sguardo ai cambiamenti subiti dalle aziende di varie dimensioni, in Italia. possiamo riscontrare un’importante crescita delle società cosiddette "my self only" (+5.3%), soprattutto nel settore tecnologico (+7.9%). Mentre le aziende di medie dimensioni, da 11 a 50 dipendenti, pare siano rimaste stabili senza evidenziare nessun tipo di cambiamento né in termini positivi, né in termini negativi, suggerendo, così, una sostanziale staticità del mercato che non è ancora riuscito a trovare la giusta chiave di volta per dare inizio a una vera e propria ripresa economica del settore.

«Le nuove professioni legate al mondo della tecnologia si stanno sviluppando in tutti i settori - ha commentato Marcello Albergoni, head of Italy di Linkedin - e il comparto dell’istruzione e della formazione professionale italiana, per seguire questo trend e permettere alla propria offerta di evolversi, deve adattarsi velocemente alle reali esigenze delle nuove generazioni e dei tempi che cambiano, tenendo sempre in considerazione gli sviluppo di uno scenario incerto che, sicuramente, potrebbe essere ulteriormente condizionato dalle conseguenze che si avranno dopo l’effettiva entrata in vigore della Brexit. Proprio per questo con i dati Linkedin noi proviamo a portare all’attenzione del pubblico una panoramica delle dinamiche di domanda e offerta che possiamo osservare grazie alla nostra posizione privilegiata come social network professionale più grande del mondo».


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