venerdì 28 luglio 2017
Rapporto regioni 2017: negli ultimi due anni la crescita del Sud è stata superiore a quella del resto del Paese, ma non basta a disancorarlo da bassi salari, bassa produttività, bassa competitività.
Ansa

Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Se il Mezzogiorno proseguirà con gli attuali ritmi di crescita, «recupererà i livelli precrisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro-Nord». Si configurerebbe così un ventennio di "crescita zero", che farebbe seguito «alla stagnazione dei primi anni duemila, con conseguenze nefaste sul piano economico, sociale e demografico«. La previsione è contenuta nelle anticipazioni del rapporto Svimez 2017 sulle Regioni, presentato oggi a Roma.

Se la ripresa indica elementi positivi nell'economia meridionale, che ne mostrano la resilienza alla crisi - secondo Svimez - «un biennio in cui lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno è risultato superiore di quello del resto del Paese non è sicuramente sufficiente a disancorare il Sud da una spirale in cui si rincorrono bassi salari, bassa produttività (il prodotto per addetto è calato cumulativamente nel periodo 2008-2016 del -6% nel Mezzogiorno, del -4,6% nel resto del Paese), bassa competitività, ridotta accumulazione e in definitiva minor benessere».

Svimez indica la grande differenza dei tassi di povertà all'interno del Paese: «Nel 2016 circa 10 meridionali su 100 sono in condizione di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro Nord. L'incidenza della povertà assoluta al Sud - secondo lo studio - nel 2016 cresce nelle periferie delle aree metropolitane e, in misura più contenuta, nei comuni con meno di 50 mila abitanti«. Nelle regioni meridionali «il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese: Sicilia (39,9 Campania (39,1%), Calabria (33,5%)».

Il nodo vero, secondo l'associazione, «è ancora una volta lo sviluppo economico nazionale», per il quale il Mezzogiorno «deve essere un'opportunità, calibrando l'intensità e la natura degli interventi per il Sud». Nella fase più recente il Governo è intervenuto in maniera «più decisa a favore delle imprese meridionali, mettendo in campo una batteria di strumenti per agevolare la crescita del Mezzogiorno, dopo che la lunga fase di crisi tra il 2008 e il 2015 ha ampliato ulteriormente il divario tra le due macro aree del Paese».

Nello specifico, Svimez si riferisce al prolungamento degli esoneri contributivi per le nuove assunzioni, al credito d'imposta per gli investimenti e ai Contratti di Sviluppo gestiti da Invitalia per conto del ministero per lo Sviluppo Economico. Rientrano sempre nell’ambito di questa batteria di strumenti agevolativi il Masterplan e i Patti per il Sud. Da ultimi, poi, i due Decreti Mezzogiorno, il secondo in corso di conversione in Parlamento nel quale sono previste le Zone Economiche Speciale (ZES) per le sole aree meridionali.

Riguardo al Prodotto interno lordo, «in base alle previsioni della Svimez, quest'anno il Pil dovrebbe aumentare dell'1,1% al Sud e dell'1,4 % nel Centro-Nord. Nel 2018 la Svimez prevede un aumento del prodotto dello 0,9% nel Mezzogiorno e dell'1,2% al Centro Nord. Il principale driver della crescita meridionale nel 2017 dovrebbe nuovamente essere la domanda interna: i consumi totali crescerebbero dell'1,2% (quelli delle famiglie dell'1,4%) e gli investimenti al Sud del +2%. Si prevede anche una crescita per l'occupazione. (+0,6%)».

Il Sud non è più un'area giovane, né tanto meno il serbatoio di nascite del resto d'Italia: negli ultimi 15 anni, al netto degli stranieri, la popolazione meridionale è diminuita di 393mila unità, mentre è aumentata di 274mila nel Nord. Nel 2016 la popolazione del Sud è diminuita di 62mila unità, calo determinato da una flessione di oltre 96mila italiani e da una crescita di 34mila stranieri. Nel Centro Nord il calo di popolazione è stato meno intenso: -14mila unità. Negli ultimi 15 anni sono emigrati dal Sud 1,7 milioni di persone, a fronte di un milione di rientri, con una perdita netta di 716mila: nel 72,4% sono giovani entro i 34 anni, 198mila sono laureati.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: