domenica 7 maggio 2017
Al volante del nuovo mini-Suv a trazione integrale di Suzuki: consumi ridotti, linea originale e buona dotazione di serie
Piccola e ibrida: che bella sorpresa la Ignis
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Sorprendente. E’ questo il termine adatto per raccontare la nuova Suzuki Ignis SHVS (questa è la sigla che tecnicamente la definisce come vettura ibrida), dopo averla provata, guidata e vissuta per un paio di settimane. Sì, perché all’inizio, anche dal punto di vista estetico, ci è sembrata “strana”, fin troppo “squadrata”. Con il tempo, poi, ci siamo abituati e piano piano quel suo essere “strano” è diventato “carino”, quel suo essere “squadrato” è diventato “compatto”. E quel suo essere “ibrido” è diventato “economico”.

Come va. L’abbiamo guidata in città, in montagna e in autostrada e l’indicatore del livello di carburante non ha mai dato brutte sorprese. Diciamo che, ad occhio e croce (ma dando anche un’occhiatina al computer di bordo), con un litro di benzina, mediamente, siamo riusciti a fare intorno ai 18 km. Niente male per una vettura piccola (è lunga 370 centimetri) che, soprattutto, adotta anche le quattro ruote motrici (indicate dalla scritta “All Grip”), con un inevitabile aumento di peso rispetto ad una vettura a due ruote motrici.


Il lancio della nuova Ignis (lo scorso gennaio) è avvenuto in un momento particolarmente felice: nel 2016, secondo i dati UNRAE, Suzuki Italia ha immatricolato in tutto 22.615 vetture con una crescita del 21% rispetto all'anno precedente. La nuova Ignis ora va a completare la gamma con un modello dal rapporto qualità/prezzo sicuramente interessante (il listino parte da 12.000 euro circa mentre la versione ibrida costa 19.000 euro), per raggiungere gli obiettivi prefissati. Che, tradotti in cifre, sono stimati in 7.000 unità per l’intero 2017 sul mercato italiano, suddivise nel seguente modo: 50% per la versione 2WD e 50% per quella 4WD Allgrip; 80% con cambio manuale e 20% con quello automatico; 70% 1.2 Dualjet e 30% 1,2 Hybrid.


Gli allestimenti, a dire il vero molto “corposi”, sono i tradizionali iCOOL, iTOP e iADVENTURE e, soprattutto il top di gamma (quello da noi testato), non ha nulla da invidiare alle vetture di categoria superiore. Già dal livello iCOOL, infatti, sono di serie cerchi in lega BLACK da 16", vetri oscurati e interni BiColor, cui si aggiungono dotazioni funzionali come climatizzatore, sedili anteriori riscaldabili, fari automatici, retrocamera di parcheggio, sistema "accompagnami" (Guide Me Light), sedili posteriori indipendenti scorrevoli e frazionabili 50:50 e specchietti elettrici e riscaldabili. La Ignis, inoltre, ha una connettività completa già dall'allestimento iCOOL grazie al sistema multimediale touch screen da 7" con USB e Bluetooth che supporta le piattaforme Android Auto di Google, Apple CarPlay e MirrorLink.


Nulla da eccepire anche dal punto di vista della sicurezza attiva, dove si fanno apprezzare il sistema “attentofrena (DCBS)” con due telecamere in grado di monitorare la distanza tra l'auto e gli elementi circostanti; il dispositivo “restasveglio” (Weaving alert function) che avvisa il guidatore nel caso di guida “ondeggiante” e il dispositivo “guidadritto” (Lane departure warning), che avverte il guidatore tramite segnali acustici, luminosi e con una leggera vibrazione del volante in caso di abbandono della corsia. E proprio a proposito di quest’ultimo sistema che abbiamo riscontrato uno dei pochi difetti della vettura: i comandi (assieme a quelli del sistema che permette alla vettura di affrontare discese e salite molto impegnative) sono praticamente nascosti sotto i comandi che gestiscono il sistema di climatizzazione. Per attivare e disattivare il Lane Departure Warning bisogna farlo a... memoria, oppure piegandosi di parecchio con conseguente distrazione dalla guida.

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