venerdì 6 maggio 2016
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Oltre all’impoverimento culturale , la fuga ininterrotta di cervelli dal Sud Italia ha causato un notevole danno economico per il Mezzogiorno. A quantificare il costo dell’esodo meridionale per la parte bassa dello Stivale è il Censis in uno studio realizzato per Confcooperative e diffuso in occasione della seconda e conclusiva giornata dell’assemblea nazionale dell’organizzazione. I giovani studenti che negli ultimi dieci anni hanno lasciato le proprie città di origine per fuggire all’estero o nel Settentrione d’Italia hanno fatto perdere al Sud 3,3 miliardi di euro di investimento in capitale umano e 2,5 miliardi di tasse che sono emigrate verso le università del Nord. Nella ricerca si entra poi nei dettagli, evidenziando come la fuga dei talenti abbia numeri da capogiro. Negli atenei del Centro-Nord gli iscritti meridionali sono un esercito di 168mila persone, con un costo economico per il sistema universitario del Mezzigiorno e per le famiglie. Considerando il valore medio delle tasse universitarie pagate dalle famiglie, infatti, l’esodo degli studenti del Mezzogiorno nell’ultimo anno ha prodotto una perdita di risorse per il sistema universitario meridionale pari a 122 milioni di euro, mentre al contrario per le strutture del resto della Penisola questo stesso trend ha fatto incassare 248 milioni di euro (anche in virtù del fatto che le rette sono più alte). In questo modo, le famiglie del Sud hanno avuto una spesa aggiuntiva media di 126 milioni di euro. «Nell’anno accademico 2014-2015 si sono spostati verso le regioni del Centro-Nord quasi 23mila giovani universitari – si legge –, mentre nel 2010-2011 il flusso aveva interessato 27.530 immatricolati e nel 2006-2007 già superava le 26mila unità». Nei tre anni accademici considerati dal Censis, dunque, la quota di immatricolati 'emigrati' per studiare altrove si è attestata intorno all’8-9% del totale delle immatricolazioni. E se non si va via da studenti, spesso si rimanda la partenza al termine del percorso formativo. «In un anno 31.000 laureati hanno deciso di spendere altrove l’accumulazione di competenze acquisite sul proprio territorio di origine – si calcola –, determinando in questo modo un ulteriore impoverimento degli asset disponibili per il Mezzogiorno». Assieme ai numeri che evidenziano il 'grande disinvestimento', il Censis ha segnalato anche l’urgenza di interventi che ristabiliscano le chance di competizione del sistema universitario meridionale e aumentino il grado di attrattività degli atenei del Sud. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo studio
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