venerdì 4 novembre 2016
Adesione sopra il 70% per i sindacati, attorno al 40% per l'azienda. I sindacati protestano contro il processo di privatizzazione, il taglio degli uffici e del personale, la consegna a giorni alterni.

Alta adesione allo sciopero nazionale dei dipendenti delle Poste. La quota di dipendenti che ha partecipato alla protesta è vicina al 40%, secondo fonti aziendali, mentre per i sindacati Slp Cisl, Slc Cgil, Confsal com, Failp Cisal e Ugl ha aderito allo sciopero più del 70% dei dipendenti.

A Roma oltre alla manifestazione davanti alla sede centrale di Poste Italiane i sindacati hanno organizzato anche un presidio di fronte alla sede del ministero del Tesoro, al termine del quale hanno consegnato a un rappresentante del ministero una lettera in cui chiedono che il processo di privatizzazione venga definitivamente accantonato dal governo.

L'avanzamento del processo di privatizzazione del gruppo, dopo il primo 35% collocato in Borsa un anno fa, è il primo punto contestato dai dipendenti. I lavoratori temono anche il taglio dei posti di lavoro (sono a rischio in 20mila, accusano i sindacati) e protestano contro misure che hanno ridotto pesantemente il servizio, come la chiusura degli uffici nelle aree più disagiate e l'introduzione della consegna a giorni alterni, che penalizza molto anche i giornali.

«Lo sciopero di oggi delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste testimonia il disagio e la preoccupazione di una categoria nei confronti di un processo di privatizzazione dell'azienda che è un vero salto nel buio senza quel necessario coinvolgimento del sindacato e dei lavoratori nel processo di riorganizzazione di Poste» ha detto Annamaria Furlan, segretario della Cisl, chiedendo al governo di convocare il sindacato e ridiscutere il processo di privatizzazione.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI