giovedì 11 maggio 2017
Il Pil crescerà dello 0,9% sia nel 2016, sia nel 2017. La pagella contenuta nelle previsioni di primavera della Commissione segnala il peso dell'incertezza politica e dei salvataggi bancari.
In Italia prosegue una modesta ripresa
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Continua la crescita italiana, ma ancora a ritmi modesti, cala il deficit e anche il debito segnala una prima riduzione, ma arriva un chiaro monito sui conti pubblici per il 2018. E' la sostanza della pagella sull'Italia contenuta nelle previsioni economiche di primavera pubblicate questa mattina dalla Commissione Europea. Secondo il documento (che in questo conferma le previsioni d'inverno, pubblicate a febbraio), il pil italiano crescerà dello 0,9% sia nel 2016, sia nel 2017, per poi leggermente accelerare all'1,1% nel 2018. Si tratta, val la pena ricordarlo, del più basso tasso di crescita dell'intera Ue, ed è nettamente più basso della media dell'eurozona (1,7% nel 2017 e 1,8% nel 2018) e di quello dell'Ue a 28 stati membri (1,9% in entrambi gli anni). Secondo la Commissione, a tirare sono soprattutto le esportazioni, in accelerazione anche i consumi.

L'incertezza politica

Sulla crescita, del resto, avverte la Commissione pesa come "rischio al ribasso" la "incertezza politica e il lento aggiustamento nel settore bancario", il riferimento è soprattutto al nodo dei crediti in sofferenza e alle vicende come quella di Monte dei Paschi. Di positivo, "la forte fiducia nel settore manifatturiero" la quale "potrebbe implicare una più forte domanda esterna di quanto stimato in queste previsioni". Sul fronte occupazionale, la Commissione migliora leggermente le stime rispetto alle previsioni d'inverno: 11,5% nel 2017 e 11,3% nel 2018 contro rispettivamente 11,6 e 11,4%. Secondo Bruxelles, finiti gli effetti degli incentivi nel 2015 e nel 2016, ora il tasso di senzalavoro è destinato a "crescere a un ritmo più in linea con gli sviluppi economici".

Conti pubblici

Atteso, poi, il fronte dei conti pubblici. Già la scorsa settimana il vice presidente della Commissione Europa, Valdis Dombrovskis,
responsabile per l'Unione monetaria, aveva di fatto dato luce verde alla manovrina pari allo 0,2% del pil per rispondere alle richieste di Bruxelles. Il verdetto finale sarà il 17 maggio, quando si saprà se l'Italia davvero rispetta la regola del debito per quest'anno. Le previsioni pubblicate oggi, comunque, recepiscono il taglio sul fronte del deficit nominale 2017, che infatti passa dal 2,4% del pil stimato in inverno al 2,2% di queste previsioni (per il 2016 la stima invece peggiora dal 2,3% di febbraio al 2,4% di adesso). Senza
interventi, il disavanzo nominale, dice la Commissione risalirà però al 2,3% nel 2018. Bruxelles, anzi, avverte che "il bilancio 2017 prevede misure con un impatto che farà crescere il deficit nel 2018, come l'introduzione di una flat tax per il gettito delle piccole imprese" (l'Iri, l'imposta sul reddito imprenditoriale). Previsto, avverte Bruxelles, anche un leggero peggioramento del bilancio strutturale (al netto di una tantum e fattori ciclici) tra il 2017 e il 2018.

La manovra d'autunno

L'occhio, insomma, è rivolto alla manovra di autunno per il prossimo anno. Migliora, comunque, l'andamento del debito: queste previsioni abbassano la stima per il 2017 dal 133,3% del pil di febbraio al 133,1", ma, soprattutto, dal 133,2 al 132,5% per il 2018, segnando dunque un calo più netto dell'indebitamento.

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