lunedì 19 agosto 2019
I dipendenti pubblici sono 3,3 milioni, ma l'11,2% di loro, un plotone di 340mila unità, non è stabile
Uno statale su dieci è precario, con Quota 100 fuori in 11mila
COMMENTA E CONDIVIDI

Nella Pubblica amministrazione un lavoratore su dieci è precario. Se il numero di quanti hanno un posto fisso scende, toccando nel 2017 i minimi da almeno dieci anni, quanti sono ingaggiati con un rapporto di lavoro a tempo o flessibile, che dir si voglia, risultano invece in crescita. Le tabelle messe a punto dalla Ragioneria generale dello Stato (Rgs) parlano chiaro. I dipendenti pubblici sono 3,3 milioni, ma l'11,2% di loro, un plotone di 340mila unità, non è stabile. Cifra quest'ultima in aumento dell'8,8% nel giro di un anno. Una piaga quella del precariato pubblico che è finita anche sotto l'esame della commissione Ue. A fine luglio, infatti, Bruxelles ha aperto sul punto una procedura d'infrazione contro l'Italia. L'allarme risuona soprattutto per la scuola, dove si attende la stabilizzazione di 55mila persone, e per la sanità, che stando sempre ai dati della Rgs, non ha mai avuto così tanti precari (oltre 45mila nel 2017).

Questa la situazione alla vigilia di un esodo che sembra destinato a svuotare gli uffici pubblici, inclusi classi e ospedali, a partire già da quest'anno. Sono infatti 250mila le uscite stimate per il 2019. Ma si parla di mezzo milione per i prossimi anni. Ad agosto intanto anche per gli statali è partita Quota 100. Dai dati in possesso dell'Inps i pensionamenti anticipati a decorrere da questo mese si attesterebbero a 11mila (9mila già liquidate più altre 2mila circa). A settembre il vero fuggifuggi, quando si apriranno le porte anche per gli insegnanti. A fine anno il turnover si sbloccherà, con la possibilità di rimpiazzare tutte le uscite con nuovi ingressi anche nella amministrazioni centrali. Ma potrebbe non bastare. I sindacati
da tempo lo sostengono, chiedendo un «piano straordinario di assunzioni». La Fp Cgil definisce «destabilizzante» la situazione che si sta concretizzando, con «reparti di ospedali che sono costretti a chiudere e scuole dell'infanzia che a settembre non riapriranno».

In autunno di certo i sindacati faranno sentire la loro voce, rivendicando il rinnovo del contratto a copertura degli anni 2019-2021 per tutti i dipendenti pubblici, con relativi stanziamenti in legge di Bilancio. Le ultime cifre offerte dalla Rgs si riferiscono al 2017 e ancora non tengono conto dell'ultimo rinnovo, quello relativo al triennio 2016-2018. Al netto di quella tornata, che ha messo in tasca aumenti di 85 euro mensili a ciascuno, lo stipendio annuo medio di in travet è risultato pari a 34.491 euro. Spiccano la presidenza del Consiglio con 64.611 euro, le Autorità indipendenti con 91.259 euro e il personale cosiddetto non contrattualizzato, in particolare i magistrati (137.294 euro). In fondo invece la scuola (28.440 euro), le Regioni e le autonomie locali (28.632 euro) e i ministeri (30.140 euro). Il costo totale è di 160 miliardi di euro, pressoché stabile (+0,2%) rispetto all'anno prima, ma ridotto di circa 12 miliardi di euro a confronto con il picco che risale al 2009. Un divario notevole che gli ultimi rialzi avranno colmato per circa metà. Bisognerà vedere allora cosa accadrà con la prossima manovra. Tenendo conto che altri soldi potranno essere caricati nel 2021.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: