martedì 13 febbraio 2018
Dai licenziamenti al welfare, i cardini dell'intesa. Il rinnovo dopo quasi dieci anni. Lo scatto di 85 euro medi al mese da marzo. Ora tocca agli Enti locali e alla sanità
Firma sul contratto. A fine mese gli arretrati
COMMENTA E CONDIVIDI

Firmato ieri in maniera definitiva il nuovo contratto degli statali per il triennio 20162018: arriva dopo nove anni di attesa ed è stato siglato dopo una trattativa fiume tra Aran, Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Cisal (non hanno firmato Usb, Cgs) lo scorso 23 dicembre. Quello di ieri è stato l’ultimo passaggio formale per il via libera al pagamento degli aumenti medi di 85 euro in busta paga. L’intesa per lo sblocco degli stipendi è stata raggiunta per complessivi due milioni di statali, ma per gli altri comparti manca il sì della Corte dei Conti (atteso a breve). Nel dettaglio, oltre ai dipendenti del comparto funzioni centrali, si tratta dei 450mila appartenenti a forze armate, sicurezza e polizia, dei 35mila vigili del fuoco e dell’1,2 milioni di dipendenti di scuola, Università, Afam e ricerca. Non c’è ancora invece l’accordo per i comparti enti locali e sanità, ma l’esecutivo conta di 'finire il lavoro' entro la legislatura.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, a margine della firma: «Il contratto è un mix tra istituti che guardano a migliorare la qualità dei servizi e al contempo pongono attenzione particolare al riconoscimento delle professionalità dei dipendenti pubblici. Inoltre, tende alle tutele dei lavoratori che si trovano in situazioni di gravi malattie». «È il primo contratto che arriva alla firma definitiva superati tutti i vagli di congruità – spiega il segretario generale della Fp Cgil Serena Sorrentino – . Ora entra in vigore e dopo nove anni arrivano più tutele, soprattutto su permessi, congedi, malattia e pari opportunità, e si introducono adeguamenti salariali che consolidano le retribuzione tabellari, il tutto insieme a nuove relazioni sindacali che danno più poteri alla contrattazione e alle Rsu». «Con la sottoscrizione, in via definitiva, del nuovo contratto delle Funzioni centrali è possibile erogare, già dalla fine del mese di febbraio, gli arretrati 2016-2017 e dare immediata applicazione al nuovo contratto in tutte le sue parti», ha dichiarato il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli.

Mentre Confsal ha cambiato idea e ha siglato l’accordo, Usb e Cgs restano sulle loro posizioni. «Non abbiamo firmato il contratto perché non dava risposte dopo otto anni di blocco e prevede una norma anti-democratica che mette fuori i sindacati che non firmano della contrattazione di secondo livello», precisa Daniela Mencarelli della Usb pubblico impiego, annunciando 'ricorsi' dopo un presidio sotto all’Aran. Contraria anche la Flp (della confederazione Cgs) che definisce il rinnovo «un brutto contratto». Secondo Claudia Ratti di Confintesa Funzione Pubblica (aderente a Cisal) «è un contratto che non riconosce il merito ai dipendenti pubblici», ma «l’abbiamo firmato anche noi, poiché i non firmatari non possono partecipare alle trattative sui luoghi di lavoro».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: