venerdì 17 agosto 2018
Questa l’evidenza che emerge dalla ricerca "Why women-owned start up are a better bet" condotta da The Boston Consulting Group e Mass Challenge
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Le imprenditrici ricevono meno sostegno finanziario rispetto alle controparti maschili, ma generano in media più del doppio di entrate per ogni dollaro ricevuto. Questa l’evidenza che emerge dalla ricerca Why women-owned start up are a better bet condotta da The Boston Consulting Group e Mass Challenge, rete globale di acceleratori di start up. Nel campione analizzato - 350 società che hanno partecipato al programma di Mass Challenge, ideato per supportare e guidare le aziende in fase di avviamento - le start up fondate o co-fondate da donne hanno ricevuto, in media, finanziamenti da 935mila dollari, meno della metà dei 2,12 milioni di dollari ricevuti dalle aziende fondate da uomini.

Nonostante questo gap di finanziamento, le aziende di proprietà femminile hanno generato maggiori entrate nell'arco di cinque anni: 730mila dollari rispetto a 662mila. Per ogni dollaro di finanziamento ricevuto, le start up al femminile hanno generato 78 centesimi di entrate, mentre quelle fondate da uomini hanno generato meno della metà: solo 31 centesimi. La conseguenza è chiara: se gli investitori avessero puntato in eguale misura sulle imprese al femminile e al maschile, si sarebbero generati 85 milioni di dollari in più nel corso dei cinque anni presi in esame.

«È deludente, ma non sorprendente, che il venture capital punti più sugli uomini che sulle donne. Il gender gap che persiste sia quando si parla di percorsi di carriera che quando si guarda alle retribuzioni, si ritrova nell’imprenditoria», ha commentato Laura Villani, Partner e Managing Director di The Boston Consulting Group -. Le start up di proprietà femminile ricevono solo una piccola parte del totale dei finanziamenti in capitale di rischio. Ma sono più efficaci nel trasformare un dollaro di finanziamento in un dollaro di reddito: generano rendimenti migliori e sono, in ultima analisi, una scommessa migliore".

Oltre all'analisi quantitativa, gli autori della ricerca hanno intervistato fondatori di società, mentor e investitori per identificare le cause alla base di questo divario di investimento. Emerge così che le donne formuaino ipotesi realistiche o persino conservatrici, nei loro business plan rispetto agli uomini, che tendono invece a fare proiezioni coraggiose. Questo approccio più audace è premiato da alcuni investitori, che sono predisposti a investire in pochi business plan di grande successo, e cercano dunque numeri audaci.

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