sabato 21 dicembre 2013
L'agenzia Usa ha tagliato il rating all'Ue. il giorno prima i leader avevavno festeggiato il nuovo avanzamento sull'Unione bancaria (Giorgio Ferrari)
Complotti e miopie di Massimo Calvi 
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Fragoroso come un meteorite piomba sul vertice di Bruxelles in chiusura il declassamento a ciel sereno da parte di Standard & Poor’s dalla tripla A a AA+. Declassamento misterioso, in quanto l’Europa dei Ventotto non ha deficit né debito. Ma forse poi tanto misterioso non è. Prudente ma al tempo stesso eloquente, il presidente del Consiglio Enrico Letta dice a botta calda: «Non va sottovalutato il declassamento da parte di Standard & Poor’s del bilancio Ue: è la dimostrazione che la transizione non è finita e l’Unione e l’euro sono sotto osservazione». Ma poi aggiunge: «Non credo che bilancio e prospettive Ue meritino il downgrade da parte di Standard & Poor’s, ma bisogna fare i conti con le conseguenze, con la necessità di risposte all’altezza. Lavoreremo in questa direzione. Certo, questi downgrade arrivano con un tempismo non casuale. Ma le risposte di oggi vanno nella giusta direzione».Di più non può dire. Ma ci pensano i colleghi di Letta a incrementare la dose. «Se ci sono stati che non riescono a pagare il loro contributo all’Unione europea, sono questi che dovranno essere degradati», dice Francois Hollande: «Strano che l’agenzia di rating parli di degrado dell’Unione europea, visto che l’Ue ha un’attività estremamente ridotta nel settore finanziario. Il taglio del rating comunque non cambia assolutamente nulla».Più severo il giudizio di Barroso: «L’Unione europea è un’istituzione finanziaria credibile, non concordiamo con la valutazione dell’agenzia di rating. Il bilancio Ue non ha per trattato nessun deficit e nessun debito e non c’è stato mai nessun caso di mancato rispetto dei nostri impegni». «Forse – ha confessato con malizia il portavoce della Commissione europea Olivier Bailly – non ci amano troppo, dopo il regolamento che abbiamo fatto sulle agenzie di rating...». Diplomatica ma efficace Angela Merkel: «Il governo federale tedesco non fa mai nessun commento sulle decisioni di rating, ma con i negoziati sul bilancio Ue 2014-2020 abbiamo dimostrato che anche se è difficile sappiamo adottare un bilancio comune. Anche i negoziati con l’Europarlamento hanno dato buoni risultati, e ora dal primo gennaio possiamo finanziare i nostri programmi europei».Da anni Standard & Poor’s era in agguato per ritoccare la tripla A dell’Unione Europea. L’occasione – a giudizio dei Soloni d’Oltreoceano – gliel’ha fornita il compromesso al ribasso del bilancio comunitario, le tensioni sul debito di alcuni Paesi membri e le innumerevoli richieste di calo dei contributi da versare all’Unione.
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