mercoledì 5 febbraio 2014
Secondo il Financial Times, la Corte dei Conti avrebbe citato in giudizio S&P's per avere declassato il nostro Paese senza tenere conto del suo patrimonio artistico. Ma la Corte dei conti smentisce: nessuna decisione è stata presa.
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La cultura e l'arte non hanno prezzo. Ma a quantificare il valore del patrimonio artistico e letterario dell'Italia, accumulato nel corso dei millenni, e che costituisce una delle principali ricchezze del nostro paese ci ha pensato la Corte dei Conti, secondo la quale questa risorsa va considerata, eccome, quando si valuta l’affidabilità creditizia di un Paese. Cosa che invece le agenzie di rating non avrebbero fatto nel 2011, quando sull’onda dei timori per la tenuta del debito pubblico nei Paesi periferici dell’Eurozona declassarono pesantemente, a più riprese, il giudizio sull’Italia. Per i giudici contabili è stato un errore  non tenere conto dell'"alto valore del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro paese che universalmente riconosciuto rappresenta la base della sua forza economica". Anche per questo hanno citato il colosso Standard & Poor’s (rating sull’Italia «BBB»), per una cifra gigantesca, destinata a battere ogni record in termini di richieste di danni: 234 miliardi di euro. La notizia è stata anticipata ieri nella sua edizione online dal Financial Times , secondo il quale sono stati trascinati in giudizio anche le altre agenzie, Moody’s e Fitch. A mancare, nella valutazione degli analisti delle tre agenzie, fra le altre cose, anche la ricchezza immateriale dell’Italia fatta di opere d’arte, beni architettonici, letteratura, persino film (il FT cita proprio il capolavoro di Federico Fellini nel titolo dell’articolo). L’agenzia statunitense ha confermato la notizia della causa, definendola «non seria e senza merito». Anche un portavoce di Moody’s ha definito «priva di merito» la mossa della Corte, mentre Fitch ha fatto sapere che collaborerà nel processo. Ma già si preannuncia uno scontro durissimo: secondo il Financial Times i legali delle agenzie si preparano a contestare la legittimità dell’azione, visto che si tratta di un tribunale che valuta la responsabilità dei dipendenti pubblici e non di una entità esterna come un’agenzia di rating. Il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio Raffaele De Dominicis, però, ha smentito a un'agenzia di stampa italiana la notizia diffusa dal "Financial Times". De Dominicis conferma invece "l'esistenza dell'inchiesta giudiziaria contabile contro lepredette agenzie per il declassamento dell'Italia. Indagine che non è ancora approdata a una decisione conclusiva".
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