martedì 10 maggio 2016
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ATENE Il premier greco Alexis Tsipras, in occasione della Pasqua ortodossa celebrata lo scorso 1° maggio, aveva detto che i tempi duri per la Grecia erano finiti e che il Paese era fuori dalla crisi economica. Ma il popolo greco sembra pensarla diversamente e di certo ad attenderlo ci sono nuovi sacrifici. Il parlamento ha approvato due importanti leggi sulle tasse e sulle pensioni, destinate ad aumentare il malcontento e la delusione nei confronti del giovane primo ministro. Il via libera riguarda in particolare la stabilizzazione (e i conseguenti risparmi) del sistema pensionistico e un aumento delle tasse per complessivi 3,6 miliardi di euro, misure che si inseriscono in un pacchetto più ampio da 5,4 miliardi di euro concordato con la Ue e il Fmi. La votazione è avvenuta nella notte di domenica, per non impressionare troppo i creditori internazionali e permettere al ministro delle Finanze, Euclides Tsakalotos, di presentarsi al tavolo di Bruxelles con un segno forte della volontà da parte dell’esecutivo di mantenere fede agli accordi presi. La Grecia spera così di incassare la tranche da oltre 5 miliardi di euro, necessaria per ridare un minimo di respiro alle finanze nazionali e poter pagare i debiti maturati in giugno e luglio. Il provvedimento è passato con appena 153 voti su 300 ed è arrivato dopo uno sciopero di 48 ore che potrebbe essere seguito da nuove proteste nelle prossime settimane, che si preannunciano delicate. «Abbiamo un’opportunità importante – ha spiegato Tsipras subito prima dalla votazione – per rompere questo circolo vizioso ed entrare in uno virtuoso». Le brutte notizie, per il popolo greco, non sono ancora finite. La nuova legge prevede aumenti su diversi beni di consumo, dalle sigarette agli alcolici, ma anche sulle connessioni Internet veloci (dovrebbe essere approvata a fine mese). Il clima politico nel Paese è rovente e contrasta con un popolo ridotto allo stremo e sempre più sfiduciato dalle istituzioni. L’opposizione ne sta approfittando e ha criticato severamente la decisione di sottoporre la popolazione a nuove tasse e ha accusato l’esecutivo di non essere in grado di fare ripartire l’economia nazionale, entrata ormai nell’ottavo anno di recessione. Tsipras, che guida un governo formato dal suo partito di sinistra Syriza e dal partito di destra dei Greci Indipendendi (Anel), si è difeso dicendo che con il governo di salvezza nazionale la situazione era anche peggio, ma questo non è bastato a diminuire le polemiche. «Le misure approvate metteranno una pietra tombale sulla crescita della Grecia» ha dichiarato il neoeletto leader dei conservatori di Nea Dimokratia, Kyriakos Mitsotakis. Secondo un sondaggio sei greci su dieci non ne vogliono sapere di tornare a votare dopo il doppio appuntamento elettorale in meno di un anno e il referendum sul piano di aiuti europeo. Ma ciò che conta è che oltre il 50% è deluso dal governo. I mercati ieri mattina hanno accolto positivamente l’esito della votazione parlamentare, ma Tsipras deve fare i conti con un’opinione pubblica sempre più scontenta. Domenica la gente è tornata in piazza Sintagma, di fronte al parlamento greco. A manifestare c’erano circa 10mila persone, appartenenti soprattutto a sindacati e movimenti di sinistra non rappresentati in assemblea. La sera, la polizia ha dovuto fermare decine di anarchici che in segno di protesta hanno cercato di mettere a ferro e fuoco il centro della capitale. Il clima interno è esacerbato anche dall’emergenza rifugiati. Il governo è accusato di non essersi uniformato alle normative previste dall’Ue. Alcuni sindaci di comuni vicini alla capitale Atene hanno fatto appello al governo perché vengano stanziati fondi straordinari. Nonostante la costruzione di un campo alla periferia della capitale, il centro continua a essere 'abitato' da decine di afghani, siriani e iracheni che spesso si fermano nei quartieri che hanno risentito di più della crisi. Si tratta di una congiuntura pericolosa per Tsipras. Stando ad alcuni sondaggi, in questo momento Nea Dimokratia sarebbe in testa a Syriza di oltre 4 punti, quindi il premier di sinistra si deve solo augurare che la fragile alleanza con i Greci Indipendenti duri il più possibile. I principali commentatori escludono che si possa tornare alle urne a breve, ma certo non per abilità del primo ministro. A tessere le fila di parte dell’agenda governativa è proprio Panos Kammenos, che difficilmente potrebbe stare in una coalizione con tanto margine di manovra e che, per il momento, si sta facendo andare bene provvedimenti che contrastano con la linea anti-austerity della sua formazione politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA VOTO E SCONTRI Sopra, il ministro delle Finanze greco Eucleidis Tsakalotos. Nelle altre due foto: momenti della manifestazione e degli scontri in piazza Syntagma. Il via libera del Parlamento è giunto poche ore dopo. (Ansa)
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