giovedì 31 marzo 2011
È un professionista che organizza, pianifica, controlla, sceglie il servizio di beverage secondo il budget e lo stile del ristorante e si occupa dello stoccaggio, la selezione dei prodotti, in base al rapporto qualità-prezzo.
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Comunicare il vino, svolgere consulenze per le aziende, esportare il made in Italy: questo è il compito del sommelier, un mestiere creativo, che guarda al futuro. Riconosciuto opinion leader del vino, della sua cultura, del suo mercato, è un professionista ambito, arbitro tra il produttore e il consumatore. E oggi diventa anche ambasciatore all’estero delle nostre eccellenze agroalimentari. Un «manager del vino» che organizza, pianifica, controlla, sceglie il servizio di beverage secondo il budget e  lo stile del ristorante e  si occupa dello stoccaggio, la selezione dei prodotti, in base al rapporto qualità-prezzo, inoltre deve essere in grado di gestire le merci in arrivo e controllare le condizioni igienico sanitarie dei reparti di sua competenza.Le opportunità di lavoro per chi ha la passione del vino non si contano, il sommelier presta la propria opera prevalentemente presso enoteche, wine-bar, aziende di produzione vinicola, strutture alberghiere con il servizio ristorante, villaggi turistici di grandi dimensioni, enoteche, scuole, fiere come il  Vinitaly 2011, a  Verona dal  7 all’11 aprile, dove si dialogherà  con i protagonisti del settore. L’ultima frontiera di questa professione piena di fascino tra i giovani, sembra essere quella dei supermercati e ipermercati gourmet , per trasmettere a un pubblico sempre più vasto, la passione per il vino e la sua cultura, educando al "bere consapevole" soprattutto i giovani.Fuori dai nostri confini il sommelier è  sempre più richiesto, svolge un ruolo didattico di mediatore culturale tra aziende  e consumatori,  con un compito strategico per la crescita dell’export  vitivinicolo. «Nella crescita del valore dell’export del vino italiano nel mondo un ruolo primario ce l’hanno i sommelier  - spiega Antonello Maietta neo presidente Ais (Associazione italiana sommelier ) - grazie a un’approfondita formazione basata su una didattica d’altissimo profilo, sono richiesti come ambasciatori del vino di qualità italiano e formeranno i docenti in tanti Paesi del mondo». Un segno del successo: dati «Ais» alla mano, oggi si contano all’interno ben 31mila iscritti. Oltre la metà dei soci sono under 40, ben 9.100 sono donne e bussano alle porte altri 15mila corsisti che stanno per concludere il proprio iter formativo. Come si diventa sommelier?  Esistono dei corsi che fanno capo  alle principali Università italiane e i più accreditati istituti di ricerca in ambito enogastronomico: dalla Bocconi di Milano, all’Università di Verona fino ad Alma, la scuola fondata da Gualtiero Marchesi.  In ambito Ais si tengono corsi che hanno tre livelli di formazione. Nel primo si dà un'infarinatura di tutti i temi legati al vino, si parla di viticoltura ed enologia, delle tecniche di degustazione, legislazione, abbinamenti non solo per i vini, ma anche per birre e acque minerali. Il secondo livello è più specializzato, si affrontano le particolarità di ogni diversa regione italiana, con riferimenti alla produzione vitivinicola dell'Unione europea e dei Paesi del resto del mondo. Il terzo livello verte sull'abbinamento cibo/vino e si conclude con un esame molto severo per chi vuole conseguire un diploma professionale, leggermente meno severo per chi vuole conseguire un diploma non professionale. Chiunque può tentare di intraprendere questa originale carriera, anche se possono essere facilitati coloro che escono dalla scuola alberghiera. Il vero ingrediente necessario per fare strada è la passione, unita alla pazienza di imparare, ogni giorno, anno dopo anno.
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