venerdì 9 marzo 2018
Donne ampiamente sottorappresentate in ambito Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica in Europa e in Italia
Settori Stem, ancora poche le italiane
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Kelly Services, swocietà che opera nella consulenza per le risorse umane e offre su scala globale servizi di outsourcing, Hr, somministrazione e full-time placement, porta di nuovo alla luce, la carenza di donne nel settori Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Secondo i dati di Kelly Services, l'Europa rischia di rimanere indietro nel panorama mondiale perché la mancanza di ingegneri e scienziati, in particolare donne, contribuisce alla riduzione della produttività e alla perdita di opportunità commerciali a livello nazionale e internazionale. In Europa, la carenza di talenti nei settori Stem sembra destinata a peggiorare: la Commissione europea prevede che, solo nel settore informatico, si registrerà una carenza di 900mila dipendenti già nel 2020.

Come avviene in tutto il mondo, l'impiego nei settori Stem in Europa è a predominanza maschile. Studi dell'Ue mostrano che le donne rappresentano solo il 24% dei professionisti nelle scienze e nell'ingegneria e il 15% dei professionisti assimilati nei medesimi ambiti.
Riducendo il tasso di abbandono femminile nei settori Stem, la carenza di personale qualificato in Europa potrebbe essere ridotta in maniera sostanziale. Tuttavia, gli ostacoli per l'inserimento di forza lavoro femminile sono numerosi e complessi. Basti pensare alla costante sottorappresentazione delle donne tra i laureati Stem: in Europa, nel 2012 solo il 12,6% delle donne laureate si è specializzata in ambito Stem, rispetto al 37,5% dei laureati di sesso maschile. I fattori chiave alla base di questo divario sono radicati nei ruoli e negli stereotipi di genere che nascono e influenzano la fase formativa delle giovani studentesse. Infatti la percentuale di ragazze che scelgono un percorso di studi in ambito Stem diminuisce negli ultimi anni delle superiori. All’Università questa tendenza non cambia: in Europa, le donne laureate nelle Stem sono sensibilmente inferiori.

Un altro fattore importante che determina la scarsa rappresentazione femminile è la mancanza di supporto da parte delle aziende per conciliare le responsabilità private e familiari con il lavoro. Una recente ricerca di Kelly Services mostra che la presenza di forme di lavoro più flessibili è un desiderio comune tra le donne nei settori Stem, perché aspirano a un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata. In particolare, il 36% delle donne europee intervistate ha affermato che sarebbe disposta a rinunciare a una retribuzione più elevata in cambio di orario e sistemi di lavoro più flessibili.

Le lavoratrici di maggior talento chiedono molto di più rispetto al passato: vogliono, infatti, “disegnare” autonomamente il perfetto equilibrio tra vita privata e lavorativa. Una volta si parlava di lavoro flessibile o di part time. Oggi, il Work-Life Design è molto di più: pronto a diventare lo standard per l’impresa moderna, l’ufficio diventa, anche per le donne, un’esperienza di lavoro olistica, che le porta ad esprimere al meglio il proprio potenziale.

«È nostro dovere ridurre l'enorme carenza di talenti in materie quali scienza, tecnologia, ingegneria e matematica in Europa e dobbiamo cominciare a coinvolgere un numero maggiore di donne per raggiungere tale obiettivo. Per attirare un maggior numero di talenti nei settori Stem, che sia diversificato in termini di genere, non occorre unicamente incrementare gli sforzi profusi in materia di assunzione, ma è necessario creare un ambiente globale che favorisca una maggiore partecipazione femminile, un approccio che noi chiamiamo work-life design», commenta Cristian Sala, Country manager di Kelly Services Italia.

Le donne europee attribuiscono maggiore importanza al supporto del work-life design quando valutano possibili datori di lavoro e posizioni: per questo motivo, non sorprende che finiscano per lavorare per datori di lavoro che offrono maggiore sostegno.
Infatti, il 68% delle donne Stem europee ritiene l'equilibrio tra lavoro e vita privata un elemento attrattivo, mentre la percentuale relativa ai colleghi uomini si attesta a 64%. Le lavoratrici italiane si collocano nella media europea con il 69%.

Stereotipi di genere e deficit culturale si riflettono in una diffusa mancanza di fiducia in se stesse da parte delle donne in ambito Stem. Infatti, in Europa solo il 56% delle lavoratrici in questi settori è sicura di trovarsi in una posizione altamente richiesta, rispetto al 67% degli uomini. La percentuale si riduce al 29% per l’Italia.
La mancanza di fiducia si estende anche a tutta la gamma di competenze principali in ambito Stem e a tutti i livelli della carriera, sebbene sia più pronunciato nel settore ingegneristico, seguito da quello scientifico. Nel settore informatico, in Europa la situazione è analoga: sebbene nutrano una certa fiducia rispetto alle altre donne che operano nei settori Stem, hanno ancora molta strada da fare prima di essere consapevoli del proprio valore sul mercato e della propria capacità di competere tanto quanto i colleghi uomini. Rispetto agli uomini, le donne nutrono una minore fiducia in se stesse nell'ambito delle scienze biologiche, mentre nel settore delle risorse naturali la fiducia è leggermente maggiore e più elevata nel settore dell'alta tecnologia.

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