sabato 24 ottobre 2020
Scaduto da 18 mesi, interessa 150mila addetti e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022. Aumento medio di 70 euro. Soddisfatti i sindacati
Aumento medio di 70 euro per i lavoratori del comparto Legno Arredo

Aumento medio di 70 euro per i lavoratori del comparto Legno Arredo - Archivio

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Via libera al rinnovo del contratto nazionale Legno Arredo, scaduto da oltre un anno e mezzo. I sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil hanno firmato il verbale di accordo, dopo l’intesa raggiunta lunedì scorso in videoconferenza. La firma è arrivata dopo una trattativa lunga e complessa, con oltre 20 incontri, due rotture del tavolo contrattuale, uno sciopero ben riuscito il 21 febbraio scorso, con manifestazioni a Milano, Treviso, Pesaro, Bari, la proclamazione di altre 16 ore di sciopero per la fine di ottobre e per novembre e la mobilitazione in tutte le aziende del settore, iniziative ora revocate dai sindacati. Il contratto interessa 150mila addetti e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022. Soddisfatti i sindacati: «Nel testo – spiegano le segreterie nazionali - abbiamo difeso la funzione salariale del contratto nazionale, confermando la "doppia pista" prevista dal rinnovo contrattuale precedente, che si intende "integralmente confermato"».

Gli aumenti sono superiori all’inflazione e incideranno su tutti gli istituti contrattuali. L’aumento di 70 euro al livello AC1/AS2 (parametro 140; 50 euro a parametro 100) è certo e non soggetto a verifica. Sono previste due tranche da 35 euro (25 per il parametro 100) a settembre 2020 e a gennaio 2021, a fronte della produttività del settore e derivanti dalle innovazioni introdotte. In aggiunta saranno effettuate a gennaio 2021 e gennaio 2022 verifiche sull’inflazione (Ipca non depurata e con base di calcolo per gli aumenti: paga base, contingenza, edr e tre aumenti periodici di anzianità), che potrebbero determinare ulteriori aumenti salariali.

«Nel testo – proseguono i sindacati - abbiamo confermato l’interpretazione autentica in materia di flessibilità del 2018, rigettando la richiesta delle aziende di gestire unilateralmente gli orari di lavoro, confermando che i recuperi dovranno essere contrattati con le Rsu. Abbiamo inoltre ottenuto risultati positivi sui diritti dei lavoratori, come per esempio l’integrazione da parte delle aziende del congedo di paternità e maternità fino al 60% e la contribuzione piena al fondo di previdenza complementare Arco per i primi tre mesi. È stato riconosciuto un aumento della maggiorazione per i lavoratori turnisti che non possono usufruire della pausa aggiuntiva di mezz’ora a quella per legge, di 10 minuti, rispondendo ad una richiesta che in molte fabbriche era stata avanzata. Ottime novità anche su formazione, salute e sicurezza, con un maggiore coinvolgimento dell’Rls nella gestione della sicurezza per i lavoratori delle aziende in appalto».

«Molto significativi – proseguono Feneal, Filca, Fillea – i progressi ottenuti sul fronte del welfare: abbiamo valorizzato la possibilità che i lavoratori possano contribuire al loro benessere organizzativo, con due ore di assemblea retribuita all’anno in aggiunta alle 10 previste dalla legge, e abbiamo rafforzato il nostro sistema contrattuale di previdenza complementare con un aumento a carico azienda dello 0,20% dei contributi (0,10% a gennaio 2021 e 0,10% a gennaio 2022), oltre al riconoscimento di 100 euro una tantum per tutti i lavoratori destinata al fondo Arco per promuoverne l’adesione».

Nel testo è rafforzato anche il ruolo della bilateralità, con il potenziamento dell’attività dell’Osservatorio Bilaterale del Legno. Con questo rinnovo si conferma, quindi, che per Feneal, Filca, Fillea il contratto nazionale continua a essere sia uno strumento di governo dei processi di cambiamento a tutela delle condizioni materiali di tutte le lavoratrici e i lavoratori, sia l’autorità salariale per garantire oltre al recupero dell’inflazione, una quota aggiuntiva legata alla produttività, come prevede l’Accordo Interconfederale del marzo 2018, il cosiddetto Patto per la fabbrica, al punto ‘H’, attribuendo al Contratto nazionale una funzione redistributiva a fronte di innovazioni organizzative e tecnologiche e contribuendo così al rilancio anche dei consumi interni. «Questa intesa - concludono i sindacati - è stata possibile solo per la nostra determinazione, che ha caratterizzato tutta la trattativa e che ha indotto Federlegno Confindustria a riconoscere le nostre rivendicazioni, ma soprattutto grazie alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, operai e impiegati. Nonostante la situazione complicata e incerta, con la pandemia che ha reso difficile l’organizzazione delle stesse mobilitazioni, hanno dato grande disponibilità alle mobilitazioni e permesso questo importante risultato. A tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore Legno Arredo va il nostro grazie perché con la loro mobilitazione, all’interno di un’azione sindacale unitaria, ferma e determinata, hanno permesso il raggiungimento di questo positivo risultato, e ci auguriamo che questo rinnovo contribuisca a rafforzare positive relazioni industriali in tutti i settori, mettendo al centro i lavoratori, le loro competenze, i loro sacrifici, che sono la vera risorsa strategica per il rilancio del Paese».

Nei prossimi giorni saranno anche definite le modalità per permettere alle lavoratrici e ai lavoratori del settore di poter votare i contenuti dell’intesa".

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