mercoledì 4 marzo 2020
il sindaco Melucci ai commissari straordinari: non firmate l’intesa «Necessario un accordo di programma che tuteli la salute e chiuda le aree a caldo
Ex Ilva di Taranto, la città chiede garanzie per salute e ambiente

Ex Ilva di Taranto, la città chiede garanzie per salute e ambiente - Ansa

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Il sindaco di Taranto contro i commissari di Ilva in Amministrazione Staordinaria: chiede che non venga firmato l’accordo con Arcelor Mittal. «Devo diffidare formalmente i commissari dal sottoscrivere un accordo giornata di domani, come da loro fonti annunciato a mezzo stampa, che da quanto si apprende appare fortemente peggiorativo delle condizioni che già la città sostiene e non in linea con le aspirazioni di Taranto. È inammissibile quanto sta avvenendo al Governo. Si sta svendendo cinicamente una intera città. Inoltre chiediamo alle forze di maggioranza del Governo di non voltarsi dall’altra parte perché vogliamo rimarcare che una produzione scevra dalla valutazione del danno sanitario è da ritenersi, appunto, incostituzionale ». Il primo cittadino sta valutando di non partecipare al tavolo di giovedì prossimo a Palazzo Chigi sul Contratto Istituzionale per Taranto, indetto dal premier Conte. «Non siamo interessati a briciole », conclude. Negli scorsi giorni con un’ordinanza che aveva per oggetto «il rischio sanitario derivante dallo stabilimento siderurgico», il sindaco ha minacciato la chiusura del siderurgico entro 60 giorni, se non si fossero risolte le problematiche relative alle emissioni incontrollate dalla fabbrica in un mese. «La corda ormai si è spezzata. Non si torna più indietro. O chiudiamo le fonti inquinanti e andiamo verso un accordo di programma sul modello di Genova, con la valutazione del danno sanitario che diventa prioritaria, o si chiude. Lo ripeto: si chiude» – aveva detto Melucci al termine dell’incontro tenuto lunedì a Palazzo di Città con i parlamentari ionici della maggioranza Cinque Stelle, Cassese, De Giorgi, Ermellino, Pagano e Vianello e con l’eurodeputata pentastellata D’Amato. Un summit richiesto dal primo cittadino ionico per avere una linea unica, una convergenza, sulla questione ex Ilva.

Alla comunità ionica, dalle istituzioni ai sindacati per finire ai movimenti civici, pesa non avere voci in capitolo nelle more dell’accordo tra Arcelor Mittal Italia, commissari straordinari di Ilva in Amministrazione Straordinaria e governo, alla cui definizione si sta lavorando in queste ore. Anche da qui la decisione di farsi sentire. «Il tavolo ha raggiunto una generale sintonia sulle esigenze inderogabili della comunità ionica – spiegano dall’ente civico in una nota a conclusione dell’incontro a porte chiuse – c’è una visione condivisa sullo stop alle fonti inquinanti dello stabilimento siderurgico, sulle risorse da garantire alle bonifiche dell’area ionica, alla riqualificazione dei lavoratori e al redigendo DL Taranto. Misure, queste ultime, che devono prescindere dagli esiti della attuale trattativa con ArcelorMittal». Per la prima volta, da quando nel 2012 esplose la vicenda ex Ilva, con il sequestro dell’area a caldo per disastro ambientale arrivano a una convergenza di vedute con l’amministrazione comunale anche la totalità delle associazioni ambien-taliste, che si dicono disposte a mettere da parte vecchi rancori per marciare accanto alle istituzioni, al grido di «solo uniti si arriverà alla chiusura». Il sindaco Melucci ha voluto incontrare anche i sindacati confederali locali, la Camera di Commercio, la Provincia, l’Autorità Portuale nel cosiddetto 'Tavolo per lo Sviluppo', in vista del 'Tavolo Istituzionale Permanente per l’area di Taranto' di domani pomeriggio a Palazzo Chigi con il Premier Giuseppe Conte, in cui appare evidente che verranno resi noti anche i dettagli dell’intesa che il governo si accinge a firmare con Arcelor Mittal.

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