martedì 1 novembre 2016
A ottobre Roma sorpassa Atene nel sondaggio di Sentix sulle probabilità di uscita dalla moneta unica. Colpa della crisi bancaria, delle tensioni per il referendum e della crisi.
L'eruzione greca nell'euro (DonkeyHotey via Flickr https://flic.kr/p/qWVFcF)

L'eruzione greca nell'euro (DonkeyHotey via Flickr https://flic.kr/p/qWVFcF)

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Per gli investitori adesso è l’Italia, e non la Grecia, il paese dell’unione monetaria che più rischia di uscire dall’euro. È il sorprendente risultato dell’ultimo sondaggio dell’agenzia tedesca Sentix, che da luglio del 2012 misura ogni mese la probabilità di rottura dell’unione monetaria con il suo “Euro Break-up index”.

L’Euro Break-up index è il prodotto delle risposte di circa un migliaio di investitori privati e istituzionali a due domande: se ritengono che nei prossimi dodici mesi la zona euro sia destinata a rompersi e quali sono i tre paesi che potrebbero lasciare l’unione monetaria entro quel periodo.


Il 17,5% degli investitori consultati da Sentix a fine ottobre ha risposto di aspettarsi una rottura della zona euro e per la prima volta le probabilità di uscita dell’Italia hanno superato quelle della Grecia: il 9,9% degli investitori ha indicato il nostro paese come più probabile prima uscita della storia dell’euro, contro l’8,5% che ha indicato Atene. Al terzo posto il Portogallo (3,5%), al quarto la Finlandia (2,9%) e al quinto la Francia 1,8%).

Secondo Sentix all’origine di questa sfiducia ci sono «la precaria situazione delle banche italiane, le questioni politiche legate al referendum di inizio dicembre e l’andamento economico del passato».



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