giovedì 28 aprile 2016
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La prima battuta d’arresto nei ricavi degli ultimi 13 anni e subito per Apple è arrivato il momento di riflettere. E per il mercato di iniziare a essere pessimista. Non è solo una questione di numeri ma, soprattutto, di orizzonte. L’azienda ha registrato ricavi per 50,6 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2016, il 13% in meno rispetto all’anno precedente e, soprattutto, meno dei 52 miliardi attesi dagli analisti. I profitti sono stati pari a 10.5 miliardi di dollari, contro i 13,6 miliardi di un anno fa. La colpa è (quasi) tutta dell’iPhone: da solo è stato responsabile del 65% dei ricavi totali di Apple dell’ultimo trimestre, ma non è stato sufficiente. Dopo una corsa quasi inarrestabile durata circa nove anni (dal lancio del primo modello nel 2007), le vendite del telefonino Apple stanno rallentando drasticamente. Nel primo trimestre dell’anno sono stati venduti 51,2 milioni di iPhone, contro i 61,2 milioni di un anno fa. Anche le vendite in un mercato promettente come la Cina sono calate del 26% (nello stesso periodo dell’anno scorso erano invece salite del 71%). Un segnale preoccupante per gli investitori che hanno iniziato a chiedersi se la più grande società tecnologica al mondo possa trovare ancora la strada per tornare verso una solida crescita anche in un momento storico come questo, in cui l’intero mercato degli smartphone è ormai maturo. Alla base c’è anche un problema di costi: la preferenza dei consumatori per gli iPhone più economici, che li ha portati a optare anche per i modelli precedenti, il prezzo medio di vendita è sceso di 49 dollari rispetto a tre mesi fa, arrivando a 642 dollari. E anche in questo trimestre il capitolo prezzi potrebbe subire un ulteriore scossone con il lancio dell’iPhone SE, un dispositivo più economico e con uno schermo più piccolo con cui Apple intende raggiungere anche il pubblico più 'parsimonioso'. I dati della trimestrale hanno avuto un impatto significativo sul titolo dell’azienda di Cupertino: lunedì dopo l’annuncio dei conti, a mercati già chiusi, il valore delle azioni Apple – che nell’ultimo anno era già calato del 20% – è sceso dell’8%. E anche ieri ha lasciato un altro 6%, bruciando circa 43 miliardi di dollari di capitalizzazione. Anche i fornitori asiatici ne hanno pagato le conseguenze sulle proprie azioni, tutte profondamente al ribasso. Una battuta d’arresto che ha fatto polverizzare alla società fondata da Steve Jobs più di 46 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato: una cifra spaventosa che, per dare un’idea, corrisponde a più del valore complessivo di mercato di società come Netflix. In realtà però, nonostante le preoccupazioni degli analisti sulla reale capacità di Apple di continuare a genere profitti in futuro, anche dopo l’ultima trimestrale i guadagni dell’azienda hanno superato quelli di Alphabet (la nuova Google), Facebook e Amazon messe assieme. Il problema semmai è un altro: di orizzonte, appunto. Mercato, analisti e – forse – persino consumatori, stanno iniziando a chiedersi se dovranno abbassare le proprie aspettative sul marchio di Cupertino. Che, nel frattempo, è chiamato alla prossima sfida creativa che sia capace di tornare a sorprendere. I numeri, poi, verranno da soli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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