giovedì 23 novembre 2017
Sodalitas protagonista del patto europeo per i giovani: 5,2 milioni di studenti coinvolti, 23mila partnership e oltre 160mila opportunità concrete di muovere i primi passi nel mondo del lavoro
Una "regia" per un'alternanza di qualità
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Appuntamento oggi a Bruxelles per fare il punto su quel 'patto sui giovani' (European Pact for Youth) che i 28 della Ue (c’era anche il Regno Unito) hanno sottoscritto due anni fa per favorire l’occupazione giovanile e l’interscambio tra il mondo della scuola e quello del lavoro. I risultati sono stati migliori delle aspettative e l’Italia per una volta, nonostante i dati allarmanti sulla disoccupazione giovanile, ha tutte le carte in regola. L’ambizioso progetto, lanciato nel novembre dalla commissaria Marianne Thyssen aveva come obiettivo creare 10mila partnership con le aziende e almeno 100mila nuove occasioni per apprendistati, tirocini e opportunità di lavoro. I numeri sono stati molto superiori: 5,2 milioni di studenti coinvolti, 23mila partnership e oltre 160mila opportunità concrete di muovere i primi passi nel mondo del lavoro. In Italia il piano di azione è stato coordinato da Fondazione Sodalitas e Impronta Etica ed ha coinvolto due ministeri (quello dell’Istruzione e quello del Lavoro) le Regioni Sicilia e Piemonte, 25 organizzazioni e 50 imprese private.

«Non siamo sempre fanalini di coda, anzi il nostro piano viene riconosciuto come uno di quelli più strutturati e completi » sottolinea Adriana Spazzoli, presidente di Fondazione Sodalitas. I risultati parlano da soli: 4mila partnership avviate con 5mila manager, 4.700 docenti e 125mila studenti coinvolti e 15.773 nuove opportunità di lavoro generate per i giovani tra tirocini, apprendistato e posti di lavoro veri e propri. Insomma sul fronte dei numeri ci siamo. A mancare però è quel passaggio in più a livello organizzativo e di integrazione tra due mondi, scuola e lavoro, che in Italia si parlano ancora troppo poco. «Dal nostro punto di vista si poteva fare di più a livello politico, una maggiore regia per avere risultati migliori non tanto in termini di numeri ma di qualità» continua Spazzoli. Si vive un paradosso perché da un lato le imprese hanno bisogno di giovani e si lamentano della mancanza di competenze, dall’altra i giovani devono avvicinarsi al mondo del lavoro in maniera più attiva, cercando di capire dove va il mercato. Ma l’impressione è che i progetti di scuola-lavoro restino un’operazione di facciata, 'un timbro' che gli studenti devono mettere sul loro percorso scolastico.

«Proprio per evitare questo il piano che abbiamo elaborato punta sulla qualità – continua la presidente di Sodalitas – con l’identificazione di modelli di alternanza validi, la valorizzazione dell’apprendistato e della formazione professionale e la creazione di un hub per l’educazione all’imprenditorialità, una piattaforma che aiuta i giovani che si vogliono cimentare con le start-up». In Italia purtroppo le cifre sulla disoccupazione giovanile sono drammatiche: 4 giovani su 10 sono disoccupati. Ogni anno 150.000 studenti abbandonano la scuola, e 100 mila neo diplomati e neolaureati vanno all’estero, ma è anche vero che 120 mila posti di lavoro rimangono scoperti perché mancano candidati con le competenze necessarie. «Inutile continuare a dire che con ci sono posti di lavoro – conclude Spazzoli – bisogna concentrarsi sugli spazi di manovra e sfruttarli al massimo».

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