sabato 31 luglio 2010
Segnali positivi dal mercato occupazionale italiano. Il tasso di chi cerca un impiego senza trovarlo ha iniziato a scendere e a giugno si è attestato all’8,5%. In lieve diminuzione anche i giovani e le donne disoccupati. Il ministro del Welfare ha illustrato ieri le linee guida del suo programma triennale di riforme.
- Per fare progetto di tre diritti cardine di M. Tiraboschi
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Si intitola «Liberare il lavoro per liberare i lavori» ed è il piano triennale che fissa gli obiettivi di legislatura del ministero del Welfare, presentato ieri da Maurizio Sacconi al Consiglio dei ministri. Il piano rilancia la detassazione sui salari aziendali di produttività, una misura già in vigore in forma sperimentale che verrà ampliata, andando a coprire anche aumenti retributivi come quello previsto per la Fiat di Pomigliano.Altro obiettivo prioritario è il varo dello Statuto dei Lavori pensato da Marco Biagi (per il quale il governo presenterà alla Camere un ddl delega) che costituirà «la rinnovata cornice dei diritti inderogabili di legge entro la quale le tutele potranno trovare una modulazione più moderna», afferma il documento.La detassazione dei salari aziendali di secondo livello è articolata attualmente con un’aliquota fissa del 10% e vale per i redditi sotto i 35mila euro annui lordi. Per il 2011 la riconferma degli sgravi, ha spiegato Sacconi, è già indicata nella manovra appena approvata e sarà definita nella Finanziaria. Si punta a far salire il tetto a 40mila euro l’anno per ricomprendervi «quasi tutti gli operai e gli impiegati». Il ministro ha rivelato che in base a un accordo con l’Agenzia della Entrate gli sgravi si applicano anche «agli aumenti derivanti da turnazioni, straordinario e lavoro notturno» e dunque anche l’accordo per la Fiat di Pomigliano rientrerà nella casistica: «La detassazione dovrà agire sull’incremento salariale di Pomigliano, su quei 3.000 euro lordi che erano calcolati sulla figura media di riferimento del metalmeccanico».Il piano triennale punta a promuovere crescita economica con occupazione aggiuntiva e di qualità. Tre le linee di azione per raggiungere gli obiettivi: l’emersione della economia informale e una efficace azione di contrasto dei lavori totalmente irregolari; il superamento degli eccessi regolarori; e una maggiore occupabilità delle persone attraverso lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con particolare attenzione ai giovani e alle donne. Si tratta di un progetto, ha detto Sacconi, in continuità con le azioni intraprese nel biennio trascorso e in coerenza con «il primario obiettivo della stabilità di finanza pubblica». Tra le misure già in cantiere la razionalizzazione del sistema degli ammortizzatori sociali su base assicurativa e la legge sulla conciliazione e l’arbritrato nelle controversie di lavoro.La presentazione del piano è stata salutata con favore dalle organizzazioni datoriali, a partire da Confindustra, Confcommercio e Confartigianato. Sul fronte politico il Pd va all’attacco e sostiene che «dietro la retorica della moderanizzazione» si delinea una «crociata contro i diritti». Nel sindacato solita divaricazione dei giudizi. Per la la Cgil si tratta di «un piano pomposo che ripropone tesi già esposte». Viceversa per la Cisl si tratta di «un’occasione importante per contrastare gli effetti della crisi sull’occupazione e per rafforzare e garantire il rilancio delle politiche attive del lavoro». Il segretario Raffaele Bonanni giudica «importantissimo l’impegno ad incentivare la remunerazione della produttività, aumentare i salari e combattere il sommerso». Per Luigi Angeletti (Uil) il «piano raccoglie le nostre rivendicazioni»
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