mercoledì 5 giugno 2019
Abbiamo raggiunto in Marocco la carovana di una grande “classica” delle spedizioni estreme. E provato nel deserto il truck di Scania e i 4X4 di Volkswagen
Sabbia e avventura: nel deserto con Overland
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Quattro giorni con il gruppo di Overland. Non capita a molti di vivere un’esperienza simile. Non solo per il fascino dell’avventura motorizzata in territori che senza toccarli con mano – ma visti in televisione – sembrano incantevoli. E invece, una volta raggiunti, diventano autentici dipinti fiabeschi. Ma, e forse soprattutto, per l’aspetto umano. Di condivisione di momenti conviviali – a tavola – o di pura impresa – magari spalando con alcuni di loro per liberare un camion affondato nella sabbia. Scoprire le storie di uomini "duri" che poi si rivelano dei "teneroni", di estrazioni sociali differenti e con un’umanità disarmante, che li porta all’occhio lucido quando rammentano certi momenti vissuti nel loro viaggio.

Nel deserto del Marocco

Li abbiamo incontrati in un posto da "Mille e una notte", nel deserto di Agafy, in Marocco, la catena dell’Atlante ancora innevata – la cima più alta, il Toubkal, raggiunge i 4167 metri – e sotto questa sorta di mare giallastro, non del tutto piatto, anzi con fameliche montagnole inattese, mix di sabbia e pietrisco, torrenti in secca ed improvvise coltivazioni di orzo e nuove piantagioni di ulivi. Per partire dal nostro accampamento di tende (un po’ più lussuose di quelle dei Berberi, invero) e sperimentare il viaggio estremo. Mettendo alla prova dei veicoli nati in occidente, lo Scania G 410 XT 6x4 HZ e quattro Volkswagen 4Motion, un Amarok 3.0 V6 TDI, un T6 Caravelle 2.0 TDI, un T6 Rockton 2.0 TDI ed un Crafter 2.0 TDI.

Una spedizione di 8 mesi e 45mila km

Noi li abbiamo "spremuti" in quest’angolo di nord Africa, ma prima di noi questi mezzi ne avevano davvero viste di tutti i colori, dall’aridità al fango, in una spedizione partita 8 mesi fa da Verona, arrivando in Spagna e traghettando in Marocco per poi puntare al cuore del "Continente nero", percorrendo Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Nigeria e tornare in Marocco, dopo 45mila chilometri dove li abbiamo raggiunti per gli ultimi giorni dell’avventura Overland 20. Perché questa è stata l’edizione numero 20 di una scommessa voluta da quell’inossidabile signore che risponde al nome di Beppe Tenti, ideatore e conduttore di quel programma televisivo, Overland, appunto, che ha tenuti incollati al piccolo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo e che noi, in Italia, abbiamo seguito sin dal 1995.

Tradizione di famiglia: i Tenti (Beppe e Filippo)

Quest’anno in un’Africa che Tenti e suo figlio Filippo (il capo spedizione) ci dicono «deserto, savana, palude, foresta, sabbia, polvere, terra, caldo afoso e freddo pungente». Ambienti che hanno "vissuto" incontrando popoli, costumi, usi ed abitudini, mangiando e dormendo in piccole tende allestite in villaggi sperduti dove l’acqua è il bene più prezioso. Posti dimenticati raggiunti grazie alla grande tecnologia di Scania e Volkswagen, mezzi nati per il mondo occidentale dove l’Euro 6 è un obbligo e funziona se il gasolio è "per" motori moderni. Invece in questo Continente troppo spesso il gasolio è "sporco" e una delle scommesse è stata proprio – grazie anche a preventivi filtraggi – il fermarsi mai. E questi veicoli non hanno tradito e la scommessa è stata vinta brillantemente. E ora, magari con qualche segno sulla carrozzeria... rieccoli in Italia.

Fenoglio (Scania): «Una dimostrazione di qualità»

È stato per noi un grande onore accompagnare Overland e farlo proprio in occasione della ventesima spedizione», ci dice Franco Fenoglio, presidente e ad di Italscania. «Con l’introduzione della nuova gamma XT – prosegue –, Scania ha ridefinito gli standard di eccellenza nel settore delle costruzioni, sia in termini di sostenibilità che di sicurezza con l’obiettivo chiaro di raggiungere la posizione conquistata nel settore del trasporto lungo raggio anche nell’ambito delle costruzioni. Grazie a Overland abbiamo avuto la possibilità di dimostrare ulteriormente le qualità dei nostri mezzi anche in condizioni estreme. Ma non solo, abbiamo dato prova della grande forza della rete Scania: il team di Filippo e Beppe Tenti ha potuto contare infatti sul supporto di tutta la squadra Scania, un’organizzazione presente in oltre 100 Paesi del mondo con oltre 49mila persone».

Savioli (Volkswagen): «Veicoli all'altezza»

«Il bilancio è decisamente positivo» ci dice Fabio Savioli, responsabile Service di Volkswagen veicoli commerciali Italia. «Tutti e 4 i veicoli, tutti dotati di trazione integrale 4Motion, hanno dimostrato ancora una volta di essere all’altezza perfino di un utilizzo estremo come quello della spedizione Overland 20. Devo dire che era veramente difficile prevedere a quali prove sarebbero andati incontro e alla partenza non potevamo dirci del tutto spensierati: basti pensare ad esempio alla difficoltà di reperire carburante di qualità accettabile in gran parte dei Paesi attraversati, piuttosto che la mancanza di attrezzature specifiche qualora qualcosa non fosse andato per il verso giusto. Si è trattato di un test al limite, sia per difficoltà sia per durata ma alla fine l’affidabilità dei mezzi si è toccata con mano, non solo per Amarok e T6 Rockton, veicoli più adatti a percorsi impervi con alle spalle anche la precedente edizione di Overland, ma anche Crafter e Caravelle. Si tratta – conclude Savioli – di veicoli che non hanno subito modifiche per la spedizione, sono uguali a quelli che circolano sulle nostre strade. Possiamo dirci molto soddisfatti del loro comportamento. E ancora una volta il team di Overland ha dimostrato grande esperienza per affrontare agevolmente situazioni difficili».

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