mercoledì 27 settembre 2017
L'allarme del Wef: servono contromisure adegueate. L'Italia sale al 43esimo posto nella classifica della competitività
Innovazione e robotica rischiano di mettere in crisi l'occupazione
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La crisi economica è alle spalle ma all'orizzonte appaiono nuove sfide legate all'innovazione e alla robotica che se non governate possonno avere conseguenze devastanti sull'occupazione. A lanciare l'allarme è il World Economic Forum che sottolinea la necessità di prendere delle contromisure adeguate.

Su scala globale, Il Wef punta il dito in particolare sul sistema finanziario, dove "nuove fonti di vulnerabilità sono evidenti", e le banche, "meno solide rispetto a prima della crisi" a fronte della Quarta rivoluzione industriale che richiederà invece maggiori investimenti. Le economie mondiali sono inoltre impreparate "per la prossima ondata di innovazionee automazione". La sfida della Quarta rivoluzione industriale "sarà definita sempre più dalla capacità innovativa dei Paesi" con un'importanza sempre maggiore della capacità di attrarre talenti, spiega Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del Wef. Uno dei problemi individuati dall'organizzazione elvetica è la capacità di trasformare l'innovazione in aumenti di produttività, fra crescenti investimenti in tecnologia e difficoltà nel diffonderli nell'intera economia. Inoltre la robotica e l'automazione rivoluzioneranno il mondo del lavoro: il Wef avverte che "la competitività è rafforzata, non indebolita" da un'adeguata protezione sociale dei lavoratori a fronte della flessibilità. Con molti posti di lavoro a rischio,"sarà vitale" creare condizioni in grado di resistere a shock e sostenere il lavoro nei periodi di transizione".

La classifica globale del Wef vede tra i Paesi più competitivi Svizzera, Usa e Singapore al top della scala mondiale, con l'Italia che sale di un gradino al 43esimo posto fra i 137 Paesi considerati. Il punteggio migliore di sempre per il Bel Paese che però resta ancora nelle retrovie, superato in innovazione da altri Paesi: oltre alla Svizzera, anche Olanda, Germania, Svezia, Regno Unito e Finlandia sono fra i primi dieci. Secondo l'organizzazione elvetica che coordina ogni anno il Forum di Davos, in Italia migliorano l'efficienza del mercato dei beni (60mo posto) e l'educazione superiore e la formazione (41). Restano i punti forti italiani le capacità innovative (32), la sofisticatezza delle imprese (25) e le infrastrutture (27). Al contrario, "nonostante le recenti riforme il mercato del lavoro (punteggio 116) e i mercati finanziari (126) rimangono punti deboli" che il Wef definisce"difficoltà croniche" per l'Italia.

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