lunedì 30 novembre 2020
Il ministro dell'Economia illustra alle commissioni le novità sul meccanismo europeo di stabilità oggi all'Ecofin. Ma sulla richiesta dei fondi per la sanità la maggioranza resta spaccata
Il ministro Gualtieri durante l'audizione alla camera

Il ministro Gualtieri durante l'audizione alla camera - Ansa

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L'accordo sull'introduzione anticipata della rete di sicurezza del Fondo di risoluzione bancaria, e ancora più quello sulla valutazione dei rischi bancari, oggi sul tavolo dell'Eurogruppo nella riforma del Mes, sono «di importanza strategica per rafforzare l'Unione bancaria e assicurare un'ulteriore rete di sicurezza per la stabilità del sistema bancario». A dirlo il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che osserva come la possibilità di usare il Mes (ipotesi sulla quale la maggioranza si presenta divisa) non c'entri nulla con la sua riforma.

Gualtieri è intervenuto stamattina davanti alle commissioni di Camera e Senato per illustrare la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità in vista dell'appuntamento di stasera con l'Ecofin, che dovrà dare il via libera. «Le decisioni che verranno prese oggi dall'Eurogruppo sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità non investono in alcun modo l'utilizzo del Mes, la riforma è cosa distinta dalla scelta se usare o meno il Mes sanitario – ha ribatido Gualtieri in audizione –. Su questo esistono posizioni diverse nel Parlamento e nella stessa maggioranza, e ogni decisione dovrà essere condivisa dall'intera maggioranza e approvata dal Parlamento».

La riforma complessiva del meccanismo di stabilità europeo (Mes) avverrà in contemporanea con l'istituzione della rete di sicurezza (backstop) al fondo di risoluzione bancaria e a una valutazione più positiva dei rischi del sistema bancario europeo e italiano ha spiegato il ministro, ricordando che in precedenza la riforma del Mes e gli altri due punti avvenivano "in sequenza" e non contestualmente. «Ciò - ha detto Gualtieri - costituisce un'opportunità da cogliere adesso, valorizzando una valutazione positiva dei progressi delle nostre banche che porterebbe a escludere ogni possibilità di ulteriori misure restrittive o penalizzanti. La riforma del Mes ha modificato notevolmente i termini che riguardano clausole di azione collettiva (Cacs), analisi di sostenibilità del debito (Dsa) e della capacità di rimborso dei Paesi, facendo sì che, assieme all'introduzione di eurobond e al recovery fund, con il quadro di nuove regole «siamo ampiamente nel perimetro della risoluzione del Parlamento» che aveva fissato una serie di paletti nel dicembre 2019 ha detto Gualtieri.

David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, ha rinnovato ieri l’augurio che il via libera alla riforma arrivi anche dall’Italia: «È l'unico Paese che ancora non l'ha fatto» specifidando che «il Mes è uno strumento non dell'Ue ma dei governi, per questo non si può imporre». L’incognita è che i Cinque stelle da un lato e Fdi e Lega dall'altro, chiedano delle puntualizzazioni e contestino la linea europea. Il M5s chiede infatti che si dica una volta per tutte che l'Italia non userà il Mes, neanche quello sanitario. Vorrebbe metterlo per iscritto in una risoluzione che si voterà il 9 dicembre in aula, quando Conte riferirà sul prossimo Consiglio europeo. Al più, dicono fonti Dem, Gualtieri potrebbe affermare che l'Italia, per lo stato delle sue finanze, non ne ha bisogno. Ma escludere di usare il Mes sanitario è inammissibile, per Pd, Iv e Leu. Il rischio è spaccarsi nel voto in Parlamento, tra dieci giorni (si spaccherebbe anche l'opposizione, con Fi da un lato e Fdi e Lega dall'altro).

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