mercoledì 24 marzo 2021
Sindacati e piattaforme di food-delivery hanno firmato ieri un accordo contro lo sfruttamento che esclude il ricorso ad intermediari
Protocollo anti-caporalato firmato da sindacati e piattaforme

Protocollo anti-caporalato firmato da sindacati e piattaforme - Ansa

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Un protocollo sperimentale per tutelare i rider dal caporalato e dallo sfruttamento. La delicata questione dei diritti dei ciclo-fattorini – per i quali la procura di Milano alla fine di febbraio ha chiesto l’inquadramento come dipendenti al termine di una lunga inchiesta – si arricchisce di un’altra dichiarazione d’intenti sottoscritta da sindacati confederali, Ugl e Assodelivery, l’associazione delle piattaforme di food-delivery. Nel protocollo sottoscritto in collegamento con il ministro del Lavoro Andrea Orlando è previsto l’impegno delle aziende a prevenire comportamenti scorretti e a non ricorrere ad aziende terze almeno sino a quando non verrà creato un albo delle piattaforme. Prevista l’introduzione di un organismo di garanzia il cui compito sarà vigilare sulle dinamiche lavorative dei rider e segnalare eventuali irregolarità alla Procura. Questo organismo si coordinerà con il Tavolo di governance e monitoraggio di cui faranno parte anche i lavoratori.

Soddisfatti i sindacati che parlano di «un passo in avanti nel sistema di relazioni industriali» ma chiedono che i 30mila lavoratori interessati abbiano tutele contrattuali adeguate – da sempre la richiesta di confederali e collettivi è il contratto nazionale della logistica – garanzie anche sul fronte della sicurezza e della salute con la firma di un altro protocollo. L’unico contratto attualmente in vigore è quello siglato lo scorso novembre da Assodelivery e Ugl che inquadra i rider come autonomi e fissa una paga oraria base di 10 euro con incentivi per lavoro notturno e festivo. Secondo il segretario nazionale Ugl Rider Vincenzo Abbrescia quel contratto prevede «già misure anti-caporalato con strumenti quali il riconoscimento facciale e altri sistemi di controllo».

Per Orlando il protocollo è un punto di riferimento importante frutto anche del «protagonismo dei territori e degli amministratori che hanno fatto da apripista», ma si tratta solo di un primo passo. La questione delle disciplina del rapporto tra algoritmo e lavoratori tra gig economy e riconoscimento di nuovi diritti è al centro del confronto a livello dell’Unione europea – proprio oggi Orlando incontrerà su questo tema la ministra spagnola del Lavoro – e sarà discussa dall’Osservatorio permanente convocato per il primo aprile. Dai rider arriva un appello a superare le contraddizioni emerse in maniera drammatica in quest’ultimo anno di pandemia. «Il food delivery è stato considerato un servizio essensiazle ma noi continuiamo ad andare avanti in condizioni di precarietà e sfruttamente» ha detto Tommaso Falchi portavoce di Union Riders Bologna.
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