martedì 15 novembre 2016
Conoscerne almeno una aiuta a trovare un nuovo impiego, a dare una spinta alla carriera o ad aprire nuove possibilità.
Gli italiani e le lingue, un rapporto da migliorare
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In un mercato del lavoro sempre più globalizzato, la padronanza di più lingue è diventata una risorsa importante: aiuta a trovare un nuovo impiego, a dare una spinta alla carriera o ad aprire nuove possibilità. Se negli anni passati era solo un punto in più, oggi è una conoscenza fondamentale, come emerge dalle ricerche condotte da Babbel, la app per parlare le lingue da subito, e da Openjobmetis, la prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata oggi in Borsa Italiana, che insieme hanno indagato per fare luce sul binomio vincente lingue e carriera.

Per condurre lo studio, Babbel ha intervistato 800 utenti sulla correlazione tra conoscenza delle lingue straniere e aspirazioni e opportunità professionali.

Openjobmetis, inoltre, ha approfondito con uno spaccato sull’Italia per offrire una panoramica sul numero delle offerte di lavoro che richiedono almeno una lingua straniera e su quali siano le lingue richieste suddivise per settori differenti. I dati, sono stati ottenuti considerando ben 3000 offerte di lavoro degli ultimi 6 mesi.

Il 55% delle offerte considerate ha richiesto la conoscenza di almeno una lingua straniera, principalmente l’inglese (89%) a prescindere dall’ambito dell’offerta, comprendendo quindi settori disparati, dal metalmeccanico al chimico, dal turismo all’alimentare, fino alla sicurezza e al terziario.
Si richiede una seconda lingua specialmente in Friuli Venezia Giulia (85%), in Campania (80%), in Calabria (70%), in Lombardia (70%), in Emilia Romagna (65%), Veneto (60%) e in Campania (60%), in percentuale maggiore rispetto a Abruzzo (15%), Liguria (20%), Marche (20%) e Puglia (20%).

Tra le altre lingue richieste ci sono il tedesco (80%), il francese (70%) o lo spagnolo (60%) in settori quali quello metalmeccanico per ruoli impiegatizi o quello commerciale e nel costumer service; mentre nel turismo oltre all’inglese o al tedesco si richiedono spesso anche il russo o comunque una lingua orientale (20-30%). Queste ultime, specialmente il russo (6%), vengono ricercate anche per il settore moda e abbigliamento.

Dati che si rispecchiano anche nel sondaggio di Babbel: il 42% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di dover parlare una seconda lingua al lavoro, prima fra tutti l’inglese con l’87% a seguire il francese (25%) e il tedesco (23%). Il 56% dichiara anche di aver imparato una seconda lingua esclusivamente per un nuovo lavoro (inglese 68%, francese 26%, tedesco 20%).

Ad integrazione Openjobmetis ha indagato anche su quanto la percezione del livello di conoscenza dei candidati corrisponda effettivamente alla realtà: 37% è la percentuale di coloro che dichiarano di conoscere una lingua mentre la conoscono molto poco o per niente; e la maggioranza dei candidati – il 58% – si sopravvaluta e dichiara capacità superiori a quelle effettive. Ad esempio, è frequente che un candidato dichiari di parlare in maniera fluente una lingua, quando nella realtà la conoscenza è scolastica. Ma questo capita per lo più nei curriculum: spesso nel 60% dei casi il livello dichiarato viene rivisto al ribasso in fase di colloquio in cui si dichiara una conoscenza da rispolverare.

Dedicare più energia allo studio delle lingue non ha quindi effetti positivi solo sullo sviluppo personale in generale (è la motivazione al primo posto tra gli intervistati del sondaggio utenti 2016), ma ha effetti rilevanti anche sulla carriera. E gli intervistati di Babbel lo sanno: l’83% degli intervistati è convinto che sapere un’altra lingua li aiuti a trovare un lavoro o a migliorare le proprie possibilità di carriera.



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