giovedì 9 maggio 2019
Retribuzioni stagnanti ma la ricchezza netta è lievitata a 9.743 miliardi di euro
Shopping nelle vie del centro di Milano (Fotogramma)

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Gli italiani si confermano un popolo di risparmiatori. E combattono l’incertezza economica e lo stallo degli stipendi continuando ad investire nel mattone. Tanto che a conti fatti le famiglie italiane sono più ricche di quelle tedesche. È la fotografia scattata dal rapporto di Istat e Banca d’Italia «La ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane». A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane era di 9.743 miliardi di euro, ovvero 8,4 volte il reddito medio disponibile. Una cifra superiore di oltre quattro volte il debito pubblico, che oggi si aggira sui 2.400 miliardi. Le abitazioni rappresentano la principale forma di investimento: hanno un valore di 5.246 miliardi, più della metà del totale.In base ai dati dell’Ocse il rapporto tra ricchezza netta e reddito medio disponibile «è più alto di quello relativo alle famiglie francesi, inglesi e canadesi» (che si attesta su circa 8 volte il reddito medio disponibile), anche negli ultimi anni «il divario si è notevolmente ridotto». Infatti l’indicatore è gradualmente sceso dal picco raggiunto nel 2013, con un andamento opposto a quello osservato per gli altri paesi. Il livello elevato di quest’indicatore nel confronto internazionale è amplificato dal ristagno ventennale dei redditi delle famiglie italiane. Insomma, molta della ricchezza è quella accumulata in passato, perché adesso gli stipendi non tengono il passo con l’aumento del costo della vita e i risparmi si stanno assottigliando. A pesare è soprattutto la contrazione del settore immobiliare. Tra il 2005 e il 2011 il peso delle abitazioni sul totale della ricchezza è salito dal 47% al 54% per poi ridursi negli anni successivi sino al 49% nel 2017. La crisi del mercato degli immobili, in atto dal 2012, ha indebolito i risparmi. Aumentano comunque del 3,7% i risparmi in attività finanziarie, che hanno raggiunto 4.374 miliardi di euro, anche se la loro incidenza resta inferiore a quella registrata in altre economie. All’interno del portafoglio finanziario si è registrato un aumento del peso sulle attività dei depositi (dal 10% al 13%) mentre si è ridotto il peso di azioni e altre partecipazioni (dal 12% al 10%) e, in misura maggiore, dei titoli (dall’8% al 3%).L’istituto statistico e via Nazionale hanno preso in esame anche la ricchezza delle imprese. A fine 2017 era di 1.053 miliardi di euro, con il totale delle attività del settore, 4.943 miliardi, costituito per il 63% da attività non finanziarie. Tuttavia l’aumento della ricchezza lorda del 3,7% dipende proprio dall’incremento della componente finanziaria (+11,9%), rispetto alla contrazione delle attività reali (-0,6%).

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