giovedì 4 giugno 2020
Il progetto Opion leade 4 future dell'ateneo e Credem sulla circolazione delle informazioni
La sede dell'università Cattolica a Milano

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Chi sono gli opinion leader di oggi? Come e quanto si diffondono le fake news? Quali cambiamenti ci sono stati su questo fronte durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria? Sono alcune delle domande a cui prova a rispondere il progetto pluriennale “Opinion Leader 4 Future”, promosso da Almed (Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica), in collaborazione con Credem (Credito Emiliano), che è partito ad inizio 2020. Il tema affrontato dall’iniziativa è cruciale. Basti dire che, secondo i dati dell’Eurobarometro, l’85% dei cittadini europei pensa che la diffusione di fenomeni di cattiva informazione rappresenti un problema per il loro Paese: la sovrabbondanza e la ridondanza dei contenuti, l’eccesso di rumore e fenomeni distorsivi – quali le fake news – contribuiscono ad alimentare un senso di disorientamento. Una delle sfide principali che la società deve raccogliere è quindi identificare le caratteristiche e i modelli di “influencing” dei nuovi leader di opinione, rendendoli parte attiva dei flussi comunicativi. Il progetto opererà su tre piani interconnessi: la ricerca continuativa, l’osservazione di casi pratici e la disseminazione dei risultati. Credem ha aderito all’iniziativa perché ritiene che una corretta informazione sia alla base della possibilità di porre in essere, consapevolmente, quelle scelte che ciascuno compie giornalmente. «Appena partiti, alla luce della situazione dovuta alla pandemia, ci siamo trovati dentro una sorta di laboratorio che ha reso evidenti una serie di processi già in corso», racconta Mariagrazia Fanchi, direttrice Almed. Dagli studi condotti durante il lockdown, per esempio, sono emerse anche caratteristiche positive come l’autodisciplina, la fiducia e la consapevolezza che spesso non si disponeva di strumenti informativi adeguati. Un team di professionisti di vari settori ha analizzato l’argomento sotto diversi aspetti, a partire dalla nozione di opinion leader. «Nell’accezione più comune è considerato una figura esperta e portatrice di tre tipologie di privilegio: conoscitivo (persona che sa), sociale (riconosciuta come autorità) e normativo (pragmatica e capace di orientare le decisioni) – spiega Fanchi –. Ma ci siamo accorti che questo modello non si ritrova nella realtà. Gli opinion leader non costituiscono più un manipolo ristretto di soggetti: il loro numero è cresciuto (anche perché sono aumentate le comunità virtuali e reali), ma nel frattempo sono diminuiti i privilegi di cui si fanno portatori». La moltiplicazione dei trend informativi, una forte frammentazione e verticalizzazione dei leader di opinione, la crescente rilevanza degli influencer digitali come aggregatori di esperienze di vita e, infine, la crescente esigenza di mettere in atto criteri di autodisciplina e autoregolamentazione, rappresentano aspetti attraverso cui orientare i prossimi passi di Opinion Leader 4 Future. «In futuro ci soffermeremo con particolare attenzione anche sui “broker”, che non sono degli opinion leader ma degli “smistatori” di informazioni – afferma Fanchi –. Si tratta di soggetti non necessariamente esperti né dotati di privilegi, ma con la loro capacità di fare filtro svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di un sapere condiviso».

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