martedì 24 gennaio 2017
La rete pubblico-privata sta sperimentando con buoni risultati la riforma del lavoro e si candida a essere esperienza di riferimento per l’Agenzia nazionale per le politiche attive
Centri per l'impiego alla prova del Jobs act
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La rete pubblico-privata dei servizi per l’impiego attivi in Veneto sta sperimentando con buoni risultati le novità del Jobs act e si candida a essere esperienza di riferimento per l’Anpal, la neonata Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Ma chiede risorse adeguate per continuare a funzionare ed affrontare i nuovi compiti previsti dalla riforma. Questo il senso del tour veneto del presidente Anpal, Maurizio Del Conte, in visita ad alcuni Centri per l’impiego (Padova e Treviso) e agli sportelli di una delle agenzie per il lavoro accreditate nel sistema regionale che prende in carico disoccupati e lavoratori in cerca di nuova occupazione.

«Candidiamo l’esperienza dei 39 Centri per l’impiego pubblici e dei 206 operatori privati accreditati in Veneto a modello nazionale per le politiche attive per il lavoro - ha detto Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro -. I numeri ci dicono che la rete veneta funziona. Ma al governo chiediamo chiarezza dei ruoli, stabilità organizzativa e risorse per implementare l’organico dei centri pubblici per l’impiego (394 operatori non bastano per prendere in carico oltre 200mila tra disoccupati, di cui 112mila percettori di ammortizzatori sociali) e dare continuità a Garanzia giovani: l’83% dei patti di servizio stipulati per i 50mila giovani che hanno aderito al programma sono stati siglati nei centri per l‘Impiego, con un esito finale di 7 su 10 che hanno trovato impiego. Inoltre, a Garanzia giovani ora si aggiunge anche a Garanzia adulti, il programma di presa in carico degli inoccupati ‘over 50’ lanciato a fine 2016 e che conta già 4 mila potenziali utenti, l’89% dei quali attraverso i centri per l’impiego».

«Là dove Stato e territorio collaborano, i risultati ci sono - ha riconosciuto il presidente Anpal - come dimostra il buon esito in Veneto di Garanzia giovani. Le esperienze "virtuose" delle regioni più dinamiche devono essere esportate, perché è interesse dello Stato e di tutti i territori che i servizi per l’impiego funzionino in tutta la penisola». In risposta alle richieste del Veneto, Del Conte concorda sulla necessità di «superare l’attuale sistema della convenzione annuale con le Regioni per la gestione dei Centri per l’impiego. Nel bilancio dello Stato ci dovranno essere poste adeguate perché le Regioni abbiano le risorse per pagare il personale e le attività dei centri per l’impiego. L’attuale sistema della convenzione annuale non può proseguire».

Tra le novità della riforma delle politiche per il lavoro c’è, inoltre, la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione: sperimentazione che interesserà nella sua prima fase applicativa 20mila disoccupati (e di questi circa 3mila in Veneto), ai quali i centri per l’impiego proporranno di stipulare un ‘patto di servizio’ che prevede l’erogazione di un assegno mensile condizionato a voucher formativi e percorsi di accompagnamento verso un nuovo lavoro. «L’esito del recente referendum costituzionale - ha sottolineato l’assessore Donazzan - ha confermato che le politiche attive per il lavoro sono e restano di competenza regionale. Il Veneto intende collaborare con lo Stato e con Anpal, ma la prossimità è un valore e un requisito di buona efficienza. Tanto più, nella prossima gestione dell’assegno di ricollocazione».

«L’esperienza - ha ricordato - dell’employer-day, la giornata del collocamento attivo che lo scorso 7 aprile ha portato a 781 nuove assunzioni in Veneto, è la prova di una cultura proattiva capace di far incontrare domanda e offerta, incrociando la disponibilità della imprese, la collaborazione tra pubblico e privato, l’impegno degli operatori dei centri pubblici e delle agenzie private. Una cultura che è il valore aggiunto della nostra rete di servizi per l’impiego e che vorremmo riconosciuta e valorizzata anche dallo Stato e dall’Agenzia nazionale».

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