giovedì 7 gennaio 2016
Aumentata di 32mila unità rispetto allo stesso periodo del 2014 (+2,8%). E  rispetto al primo trimestre del 2015 è a +11.800 (+1%). Contribuisce a questi segnali positivi soprattutto il lavoro femminile.
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"Nel secondo trimestre del 2015 l’occupazione ammonta a 1.189.800 unità, con un aumento di 32mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,8%). Il secondo trimestre 2015 ha segno più anche rispetto al primo trimestre dello stesso anno: +11.800 unità, cioè +1%. Contribuisce a questi segnali positivi soprattutto il lavoro femminile". Così Sebastiano Leo, assessore all’Istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia, commenta i dati del nuovo rapporto annuale, aggiornato al II semestre del 2015, dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Regione Puglia.L'Osservatorio, incardinato presso l’assessorato al Lavoro della Regione Puglia e - novità assoluta dell’edizione 2014-2015 - con la collaborazione dell’Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali (Ipres), si pone l’obiettivo di rappresentare al decisore e all’opinione pubblica uno studio approfondito sulle dinamiche del mercato del lavoro pugliese, tenendo insieme i dati reali delle comunicazioni obbligatorie con i risultati delle indagini campionarie."Il rapporto annuale, giunto alla sua terza edizione - spiega Leo - è il risultato di un lavoro complesso che a sua volta restituisce un quadro articolato del territorio e delle dinamiche professionali: non già una fotografia del mercato del lavoro, piuttosto un’animazione, un flusso che cerca di offrire una lettura dei fenomeni ad ampio raggio e slegata dal contingente. È in questa chiave che va interpretato il rapporto: un’analisi di lungo periodo che descrive tendenze, risultato dello studio dei dati degli ultimi venti anni. È grazie al rapporto -continua Leo- che abbiamo conferme sul tasso di occupazione delle classi più anziane che cresce a partire dal 2005, con picchi significativi nel 2011 e nel 2013: insomma, si resta a lavoro sempre più a lungo, a scapito dei giovani tra i 15 e i 24 anni, la cui riduzione del tasso di occupazione inizia nel 2003 e non sembra arrestarsi, salvo piccoli segnali di fiducia che emergono nei primi due trimestri del 2015. Certamente utile è lo studio dei dati relativi ai trend più recenti, che segnano un andamento lievemente positivo"."Infine - conclude Leo - i dati relativi alle comunicazioni obbligatorie ci offrono uno dei trend più interessanti: negli ultimi due anni il numero delle attivazioni di nuovi rapporti di lavoro tende a crescere, al contempo il numero dei rapporti di lavoro che cessano è più o meno stazionario. Questa tendenza dimostra una certa ritrovata vitalità del mercato del lavoro subordinato e parasubordinato e ci consegna spiragli di speranza per il futuro".
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