martedì 14 giugno 2016
Il modello lombardo intende favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo ed è ispirato alla flexsecurity diffusa in Europa.
Politiche attive verso l'integrazione pubblico-privato
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Un modello che – con ruoli distinti – vede la collaborazione tra pubblico, privato e parasociale per favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo, ispirato alla flexsecurity diffusa in Europa: a proporlo all’Agenzia nazionale per il lavoro (Anpal) in vista della piena operatività del dlgs 150/2015 sono gli operatori privati lombardi riuniti nell’associazione Patto Lavoro Lombardia (Pll) che nonostante il graduale miglioramento dell’occupazione, si trovano di fronte a un numero medio di occupati nel 2015 in Lombardia  ancora inferiore di oltre 18mila lavoratori rispetto ai livelli pre-crisi (-0,4%).   Pll riunisce circa 80 sedi operative sul territorio regionale (Cesvip Lombardia,  Ial  Lombardia,  Energheia, Fondazione Clerici,  Enaip Lombardia,  Galdus,  Mestieri Lombardia, Capac ) e una capacità di presa incarico sempre crescente, non inferiore alle 15mila persone l’anno. Nella nuova governance nazionale delle politiche attive del dlgs 150/2015 che punta a valorizzare i benefici di una struttura multilivello, Pll propone, in forza dell’esperienza e professionalità sviluppate, che i Centri Per l’Impiego pubblico possano proseguire nella loro azione di controllo e di verifica e che i centri per il lavoro privati possano erogare servizi sempre più mirati di accompagnamento al lavoro diversificati per target, territorio, fabbisogni occupazionali delle imprese.A discuterne in un workshop i rappresentanti dei Centri per l’impiego, Anpal, Centri per il lavoro, Regione Lombardia, Sindacati, Italia Lavoro, Associazioni datoriali. Sono intervenuti Valentina Aprea – Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Gianni Bocchieri – direttore generale dell'Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Maurizio Sorcioni – esperto in analisi del mercato del lavoro e valutazione delle politiche pubbliche - ‎Italia Lavoro spa, Gigi Petteni – segreteria nazionale Cisl, Giovanna Mavellia – segretario generale di Confcommercio Lombardia, Elena Danese – coordinatore di Patto Lavoro Lombardia, Giuseppe Zingale – direttore generale dell’Agenzia Formazione Orientamento Lavoro (Afol), Maurizio del Conte – presidente dell’ Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal)Dichiara Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpl: "È un’ occasione importante per valorizzare il ruolo del Patto per il Lavoro nella più ampia prospettiva della rete nazionale delle politiche attive. È a partire dalle buone esperienze del territorio che si deve sviluppare il modello delle politiche attive 2.0, quello che dobbiamo tutti concorrere a costruire per rendere il nostro mercato del lavoro dinamico, efficiente e aperto anche alle fasce più deboli".Per Valentina Aprea, assessore Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, "la Lombardia è stata la prima Regione in Italia a prevedere un paniere integrato di servizi personalizzati sulla base del profiling del destinatario, che ne valuta la distanza dal mercato del lavoro e gli attribuisce una fascia di aiuto corrispondente al bisogno. In particolare il nuovo assegno di ricollocazione, previsto per i percettori della Naspi da oltre quattro mesi che ne facciano richiesta, incorpora alcuni valori fondamentali che da tempo in Lombardia ispirano il funzionamento di Dote Unica Lavoro: la centralità e responsabilità della persona, che ha accesso a un budget dedicato per l’acquisto di servizi mirati all’inserimento lavorativo; la libertà di scelta della persona, che può scegliere in autonomia tra gli operatori pubblici e privati quello che lo supporti nella ricerca attiva del lavoro, solo dopo aver richiesto ed essere stato preso in carico esclusivamente dai Cpi (e questa è una differenza sostanziale con Dul per cui la libertà di scelta può essere esercitata dal primo momento del percorso di politica attiva)".Maurizio Sorcioni per Italia Lavoro: “È un grande piacere per noi essere oggi qui,  in una delle Regioni più avanzate d’Italia per le politiche attive sul lavoro. Per noi di Italia Lavoro lo sguardo va su tutto il Paese che, grazie al Jobs act, avrà un sistema informativo sofisticato. Un sistema informativo unitario che, se ben sviluppato, può essere utile per una buona programmazione su tutto il territorio nazionale soprattutto in quelle regioni in cui  non è ancora presente e può rappresentare quindi un fattore di successo”.Gianni Bocchieri, direttore generale dell'qassessorato Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, dichiara: "La nascita di un organismo come Pll riempie un vuoto nella rappresentanza degli operatori ai servizi al lavoro, che aiuterà il sistema lombardo a migliorarsi, grazie all'esperienza dei suoi associati che si caratterizzano per la loro specificità e diversità rispetto alle agenzie per il lavoro di somministrazione, che hanno finora avuto la possibilità di un'interlocuzione diretta, che ora sarà estesa anche a Pll. Inoltre, Pll arriva in un momento molto particolare per l'organizzazione del mercato del lavoro lombardo, alle prese assieme a tutte le altre regioni con l'implementazione del nuovo modello previsto dal Jobs act. Oltre all'interlocuzione istituzionale, mi auguro che Pll ci aiuti a valorizzare gli esiti del sistema lombardo e promuoverne la sua testimonianza anche verso l'Anpal, perchè molte cose che la stessa Anpal dovrà affrontare in Lombardia sono già state affrontate e risolte".Gigi Petteni – segreteria nazionale Cisl – commenta: "Il risultato a cui punta una proposta come quella avanzata da Patto Lavoro Lombardia si traduce nella capacità di migliorare le condizioni e le possibilità di chi vuole entrare o rientrare nel mondo del lavoro, rafforzato anche da un percorso di politiche attive degno di un Paese che, seppur nel momento di uscita dal tunnel di una crisi profondissima, seppur con una disponibilità di risorse davvero inconsistente, deve ricostruire le politiche per il lavoro all'insegna di un modello di felxsecurity pronto ad affrontare le nuove sfide per sostenere una ripresa ancora lenta e difficile da gestire". “Il sistema in cui operiamo – afferma Elena Danese, coordinatrice di Pll – è frutto di un percorso che pone al centro la libertà di scelta dei cittadini e orienta gli operatori verso risultati chiari e misurabili. Riteniamo che la nostra esperienza possa essere utile alla definizione di un sistema omogeneo su tutto il territorio nazionale”."Il contesto che le imprese del terziario affrontano è quello di un’ampia liberalizzazione del mercato: dal commercio con la deregulation degli orari ai servizi con la direttiva Bolkestein. Le piccole e medie imprese del terziario lombardo hanno bisogno di un mercato del lavoro che sia rapido, capillare, efficiente e flessibile nella possibilità di reperire personale e collaboratori. I servizi al lavoro devono perciò avere queste caratteristiche - ha rilevato Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia -. Le piccole e medie imprese rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale lombardo e richiedono servizi capillari, in grado di offrire servizi "tailor made", interoperabilità rispetto ai dati ed alle offerte di profili lavorativi specifici. Sono imprese che richiedono personale che assicuri flessibilità e disponibilità ed hanno la necessità di ricevere la consulenza necessaria per rafforzare le competenze dei propri collaboratori. L'esperienza positiva della dote unica lavoro della Regione Lombardia è una buona base di partenza che va affinata in relazione alla riforma e al ruolo dell'Anpal. Tutto questo potrà essere sviluppato al meglio se le modalità di gestione delle politiche per il lavoro, risponderanno sempre più a queste caratteristiche".Giuseppe Zingale, direttore generale di Afol, conclude: "Sono convinto che il sistema del lavoro lombardo e milanese regge se c'è una forte integrazione tra servizio pubblico e privato nella misura in cui si declinano meglio i ruoli di entrambe le parti. Il servizio pubblico deve avere la governance del sistema amministrativo e le attività di base delle politiche attive per il lavoro dopodiché la parte specialistica può essere gestita dai centri privati/pubblici in un sistema controllato".
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