lunedì 9 novembre 2020
Il nuovo presidente garantisce una gestione meno imprevedibile rispetto a Trump. E senza maggioranza in Senato non potrà fare riforme radicali su tasse e Big Corp. Grandi fondi soddisfatti
La statua del toro, simbolo dei mercati in crescita, davanti a Wall Street

La statua del toro, simbolo dei mercati in crescita, davanti a Wall Street - Pxfuel

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Per i grandi investitori le elezioni americane non potevano dare un risultato migliore di questo: la vittoria di Joe Biden indebolita dal fatto che il Senato resta a maggioranza repubblicana. È una situazione ideale per i mercati perché da un lato Biden sarà un presidente meno imprevedibile di Donald Trump e dall’altro faticherà a portare avanti riforme radicali sulle tasse e sull’attività delle grandi imprese.

«Siamo rimasti con un “Divided Government”, ma questo al mercato non dispiace, anzi: la politica economica sarà simile a quella degli ultimi anni senza però le interferenze erratiche della presidenza Trump» spiega Andrea Delitala, responsabile “euro multi asset” del gruppo svizzero Pictet, che amministra 525 miliardi di euro. L’analista nota che un Congresso diviso «viene interpretato come incapace di approvare le manovre più radicali dell’agenda democratica, come le tasse maggiori sulle fasce di reddito più elevate e sugli utili societari e di una maggiore regolamentazione nei settori energetico, finanziario e farmaceutico, oltre che in quello tecnologico, dove si sarebbe potuto assistere a una stretta dell’antitrust contro le big tech».

L’amministrazione Biden offrirà anche una linea più tranquillizzante sul fronte commerciale. Le guerre dei dazi scatenate da Trump contro la Cina e, in versione minore, contro l’Europa potrebbero essere sostituite da un atteggiamento più diplomatico.

Si spiega così l’ottimismo con cui è iniziata la settimana delle Borse. I mercati asiatici hanno chiuso in crescita (+1,9% Shanghai, +2,1% Tokyo, +1,3% Hong Kong). Le Borse europee sono partite forte: a due ore dall’apertura Milano guadagnava l’1,6%, Londra l’1,3%, Francoforte l’1,9% e Parigi l’1,5%. Positivi (+1%) anche i contrattI futures che anticipano l’apertura di Wall Street.

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