giovedì 26 aprile 2012
Lo Sviluppo: «Differenze legittime». Così rimane il divario Nord-Sud. L’articolo 32 del decreto liberalizzazioni puntava, invece, a eliminare le enormi disparità di prezzo in Italia. A Napoli si paga oltre mille euro di assicurazione contro i 310 euro di Padova - la città meno cara -, o i 316 di Milano.
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​Non c’è pace per gli automobilisti napoletani più virtuosi: persino chi non ha commesso incidenti stradali negli ultimi cinque anni continuerà a pagare oltre mille euro, il 240% in più di un padovano o di milanese. Lo prevede una nota del ministero dello Sviluppo economico al decreto liberalizzazioni, che puntava a eliminare le disparità di prezzo tra le varie città italiane. In particolare, l’articolo 32 stabilivae che per le classi di massimo sconto, «a parità di condizioni soggettive ed oggettive», ogni compagnia di assicurazione dovesse praticare offerte identiche.Ma secondo una nota inviata dal ministero dello Sviluppo economico all’Isvap, una tale interpretazione – ovvero che, a parità delle altre condizioni, sia pure se per i soli assicurati della migliore classe di merito, le imprese siano obbligate ad adottare tariffe identiche su tutto il territorio, senza utilizzare il parametro della territorialità nell’analisi del rischio –, «risulterebbe in contrasto con il principio di libertà tariffaria affermato dalla normativa comunitaria». Per questo, il ministero ha fatto sapere che «una legittima interpretazione della norma dovrebbe includere nelle differenziazioni tariffarie, possibili anche per le classi di massimo sconto, quelle legate alle oggettive differenze delle condizioni di rischio rilevate nei singoli territori», come la frequenza dei sinistri o il livello dei risarcimenti. Il ministero ha aggiunto che «la stessa norma impone al sistema assicurativo un obiettivo di progressiva riduzione anche delle residue e giustificate differenze tariffarie territoriali, in concomitanza con il realizzarsi degli effetti di riduzione dei sinistri e delle frodi e, più in generale, dei costi assicurativi, che derivano dal complesso delle altre norme contenute con tali finalità nel decreto legge» liberalizzazioni.Critiche le associazioni, per le quali «siamo di fronte alla volontà di non intervenire in un settore dove invece ce ne sarebbe bisogno, alla luce di incrementi tariffari che solo nell’ultimo triennio sono arrivati al 32%, pari a 311 euro annui in più, e che negli ultimi 10 anni hanno subìto impennate di circa il 100%». È il commento di Adusbef e Federconsumatori, che invitano a sostenere di più i cittadini «anziché aiutare le compagnie», attraverso più verifiche e controlli, oltre a «norme per una maggiore competitività di sistema».Intanto, uno studio del sito SuperMoney rivela che la città in cui le assicurazioni costano meno è Padova, dove il prezzo medio è di 310 euro; Milano è seconda con 316 euro, mentre la "maglia nera" spetta proprio a Napoli, dove si arriva a spendere 1.072 euro. Dallo studio, che ha confrontato le tariffe di 25 compagnie, emerge che a Bari la polizza Rc auto costa in media 835 euro. Più omogenei, invece, i costi medi di altre città: Bologna, Firenze, Roma e Torino sono tutte sui 400 euro.
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