mercoledì 27 marzo 2019
In particolare insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi ed elettrotecnici
Personale difficile da trovare in un caso su quattro
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Sono sempre di più i posti per i quali le aziende non riescono a trovare personale. È di difficile reperimento oltre una figura professionale su quattro nel 2018, secondo il Rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal, il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti che il sistema produttivo intendeva creare (era il 21,5% nel 2017). Professioni richieste come insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, ed elettrotecnici, in quasi sei casi su dieci sono difficili da trovare.

Si stenta a trovare addetti soprattutto nelle regioni settentrionali, dove il mercato del lavoro è più competitivo ed efficiente. Anche al Sud, però, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Nord, le difficoltà di reperimento riguardano comunque circa un lavoratore su cinque, e anzi per alcuni gruppi professionali sono maggiori nel Mezzogiorno che in altre zone del Paese. La difficoltà di reperimento media del 26% sale addirittura nel caso dei giovani. Del milione e 267mila contratti per i quali le imprese si sono dette orientate preferibilmente verso gli under 30, il 28% è ritenuto non facile da trovare, con punte
del 62% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del 43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche. In generale sono difficili da trovare soprattutto e gli operai specializzati.

«Anche quest'anno, il Rapporto Excelsior mostra che in Italia c'è un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro a oltre nove profili su 10 sarà associata la richiesta di competenze digitali - ha sottolineato il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli -. A questo si aggiunge la crescente ricerca di profili qualificati.
Occorre far collaborare tutti i soggetti coinvolti per migliorare la qualità dei servizi di istruzione, formazione e lavoro. Le Camere di commercio possono garantire, attraverso il Sistema informativo Excelsior e il Registro delle imprese, un'informazione corretta, aggiornata, puntuale e tempestiva sia sul mercato del lavoro sia sul tessuto produttivo».

Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro riguarda quasi il 40% dei 265mila profili di dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione ricercate lo scorso anno dalle imprese. Quasi la stessa difficoltà di reperimento interessa anche le 603mila entrate di profili tecnici e le 697mila di operai specializzati. Il mismatch domanda offerta di lavoro interessa poi il 26,5% dei 649mila conduttori di impianti, il 22,1% del milione e 238mila profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi, il 19,5% dei 400mila impiegati. Solo il 12,1% delle 701mila professioni non qualificate risulta invece difficile da reperire.

È sempre più importante è il possesso di competenze legate al mondo del digitale e in materia di ecosostenibilità. Lo evidenzia il Rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal. Utilizzo del digitale e di linguaggi e metodi matematici e informatici sono fattori essenziali per più di una assunzione su due. In particolare, il possesso di competenze digitali viene richiesto a quasi il 60% delle figure professionali, ma la competenza è richiesta con grado elevato al 62,5% delle professioni specialistiche, al 58% dei dirigenti, al 53,9% delle professioni tecniche e al 49% degli impiegati.

La capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici viene ritenuta necessaria invece per il 51% delle entrate programmate. Le quote più rilevanti in termini di richiesta di grado elevato si riscontrano per i 51,3% delle entrate dei dirigenti e per il 50,3% di quelle di professioni specializzate. A seguire le professioni tecniche (37,5%) e gli impiegati (29,1%). Minore incidenza (36,3%) ha invece la ricerca di profili professionali capaci di applicare tecnologie 4.0. Questa competenza viene richiesta - con grado elevato - al
31,8% delle assunzioni di professioni specialistiche, al 31,4% di dirigenti e al 24,2% delle professioni tecniche.

Particolarmente alta è poi la quota di figure per cui è stata indicata come necessaria l'attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Questa indicazione si riferisce a quasi l'80% delle entrate programmate, con una scarsa variabilità tra i grandi gruppi professionali (con un massimo del 90% per i dirigenti e con un minimo del 73% per le professioni non qualificate).

«I dati Excelsior evidenziano come le imprese facciano molta fatica già oggi a trovare candidati con competenze digitali - dichiara il presidente di Fondimpresa Bruno Scuotto -. Oltretutto questo è il tema più caldo, le complessità nel reperire i candidati adatti derivano non solo da una insufficiente offerta quantitativa, ma anche da non adeguati livelli di preparazione, riconducibili a carenze formative. La trasformazione digitale introduce un nuovo paradigma produttivo e nuovi modelli organizzativi e formativi fondamentali per sostenere la domanda di competenze e di nuove professionalità, Fondimpresa e tutti gli operatori della formazione continua in Italia, devono sostenere le aziende in questa sfida complessa, perché per eliminare il disallineamento è necessario rimettere al centro le imprese, le imprese che creano ricchezza e valore per tutti. Questo può voler dire diverse cose, dal puntare a una formazione avanguardista su competenze digitali a investire sull'alternanza scuola lavoro che ha l'indubbio merito di far entrare in azienda i ragazzi di ogni età a prescindere dal corso di studi frequentato».

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