martedì 17 maggio 2016
Solo un terzo dei dipendenti ha già un lavoro che prevede viaggi internazionali, ma il 73% vorrebbe un impiego con trasferte all'estero. Il 95% considera il viaggio un valore aggiunto, solo il 67% lo vede anche un peso per la vita personale. Il 61% è pronto a trasferirsi fuori dal proprio Paese.
Valigia pronta per i lavoratori italiani
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Sebbene solamente un terzo circa degli italiani (32%) abbia un impiego che include i viaggi internazionali, oltre sette lavoratori su dieci vorrebbero un lavoro con la valigia. È quasi unanime l’opinione nel nostro Paese che il viaggio di lavoro costituisca un valore aggiunto alla propria professionalità, anche se è evidente anche il peso che comporta sulla vita personale. Dall'abitudine alle trasferte, il passo al trasferimento permanente è veloce: il 61% degli italiani è interessato ad andare a lavorare all'estero. E la stessa percentuale è disposta a trasferirsi in un altro Paese se si presentasse l'occasione giusta per il proprio impiego. Sono alcuni dei risultati dal Randstad Workmonitor, l'indagine sul mondo del lavoro svolta in 34 Paesi del mondo nel primo trimestre del 2016 a Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane (intervistati minimo 400 lavoratori per ciascun Paese tra i 18 e i 65 anni impiegati per almeno 24 ore alla settimana). In questa occasione ha indagato il tema del lavoro all'estero, rivelando il la grande disponibilità degli italiani alle trasferte fuori confine, vissute dai lavoratori soprattutto come opportunità di confronto con culture diverse e nuove occasioni professionali."Il Workmonitor rivela il fascino del viaggio di lavoro tra gli italiani - commenta Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia -. Nella considerazione prevalente, infatti, le trasferte internazionali sono considerate un'utile esperienza formativa personale, prima ancora che un disagio per gli effetti provocati da una vita con la valigia sulla vita personale. In quest'ottica, il dato che indica per sei italiani su dieci la disponibilità anche al trasferimento all'estero deve essere letto positivamente, come un segnale di maturità che permette di superare barriere culturali e linguistiche, per confrontarsi con nuovi mercati, lontano dalle comodità di casa propria. Anche se nasconde certamente una quota di italiani scoraggiati, che intravedono nella fuga dal proprio Paese maggiori opportunità di lavoro e carriera: una fetta di lavoratori a cui bisogna dare urgentemente risposte".La ricerca Secondo il Randstad Workmonitor, il 61% dei lavoratori italiani si dichiara interessato a lavorare all'estero. Più della media globale (53%), seppur ben distante dall'85% dell'India e dall'80% del Messico. Sempre il 61% dei lavoratori è disposto a trasferirsi all'estero di fronte all'opportunità del “lavoro giusto” (6 punti in più della media globale, 14 in più della media europea).Il 32% dei dipendenti italiani ha oggi un lavoro che include i viaggi internazionali, più della media globale (28%), seppur lontano dai livelli di India e Grecia, dove l'abitudine alle trasferte riguarda oltre metà dei lavoratori. Il 73% dichiara di volere un lavoro che comporti viaggi all’estero (16 punti in più della media globale, 25 in più della media europea). Questo perché ben il 95% dei dipendenti considera il viaggio di lavoro un valore aggiunto per la propria professione (media globale 88%). In questa graduatoria primeggiano i paesi del Sud Europa e dell’America Latina, mediamente on il 94% ed il 95% di adesione). Solo il 67% evidenzia un peso per la vita personale - meno di chi lo considera un'opportunità - anche se la quota appare significativa e superiore alla media globale pari al 52%. L'84% degli italiani vorrebbe lavorare con colleghi di diverse nazionalità: un'opinione molto diffusa che supera di 9 punti la media globale e di 15 la media europea. In generale, il fascino della “valigia sempre pronta” appare più diffuso fra i lavoratori dell’America Latina e dell'Asia, seguiti da quelli del Sud Europa. Più moderato invece è l'entusiasmo delle altre aree europee, che si dichiarano nettamente meno propensi sia al viaggio di lavoro temporaneo che al trasferimento definitivo.Indici trimestraliFiducia nel trovare lavoro - Nel primo trimestre 2016 il 45% degli italiani ha fiducia di trovare un lavoro simile all’attuale riguarda, il 41% un lavoro diverso. L'indice si mostra sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente, ma è in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (rispettivamente -6% e -7%).Mobilità - Scende di 6 punti l’indice di mobilità (100 vs 106 del quarto trimestre 2015) e di 3 punti. Il segmento di lavoratori che ha cambiato posto di lavoro negli ultimi 6 mesi (22% vs 25% a fine 2015).Paura di perdere lavoro - È stabile a il timore di perdere il lavoro tra gli italiani (9%), mentre si riduce la ricerca attiva di un nuovo lavoro (9% vs 14% dello stesso periodo dello scorso anno).Promozione professionale - Il desiderio di una promozione professionale i interessa l’81% dei lavoratori intervistati, in aumento rispetto al 73% di un anno fa (+8%).
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