martedì 28 giugno 2016
La principale ragione che spinge oggi i dipendenti a rassegnare le dimissioni è una miglior offerta per condizioni economiche (nel 50,3% dei casi). E l'incentivo più efficace a non cambiare posto di lavoro, dopo la crescita professionale, è costituito dalle retribuzioni competitive nel 62% dei casi (nella foto Marco Ceresa, ad di Randstad Italia).
Ecco come trattenere i talenti in azienda
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Per attrarre e trattenere i talenti servono innanzitutto buoni stipendi, ma le aziende italiane preferiscono altri benefit. La principale ragione che spinge oggi i dipendenti a rassegnare le dimissioni è una miglior offerta per condizioni economiche (nel 50,3% dei casi). E l'incentivo più efficace a non cambiare posto di lavoro, dopo la crescita professionale, è costituito dalle retribuzioni competitive nel 62% dei casi. Ma questo benefit è assicurato oggi da meno di un terzo delle aziende (il 31,8%), che gli preferiscono la formazione, i bonus, i ticket restaurant e persino l'assicurazione medica. Sono alcuni dei risultati dell'Hr Trends and Salary Report 2016, realizzato da Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, sulla base di interviste eseguite tra gennaio e marzo 2016 a 195 dirigenti senior di aziende italiane di diversi settori. La ricerca ha analizzato le tendenze e gli sviluppi delle risorse umane e dei processi di selezione in Italia, con le statistiche sulle retribuzioni mensili iniziali.Uno stipendio adeguato è cruciale anche per attirare nelle organizzazioni nuovo personale: in un contesto che vede la quasi totalità delle aziende evidenziare carenza di competenze, il principale ostacolo all'attrazione di nuovi talenti è costituito daretribuzioni o benefit poco interessanti (32,3%), seguito dalla scarsa reputazione dell'azienda (27,7%) e dalla mancanza di opportunità di carriera (23%,1). Tra gli elementi essenziali per attirare persone di valore però ci sono anche una politica di employer branding efficace(43,6%), buone opportunità di carriera internazionale (38,5%), oltre che il pacchetto retributivo (37,9%). Per garantire il coinvolgimento dei lavoratori, ad ogni modo, stipendio e carriera non bastano: è fondamentale stimolare nella propria organizzazione la 'passione attitudinalè. L'80% delle aziende lo ritiene possibile, in particolare attraverso il miglioramento delle competenze (63,5%), i premi non finanziari come il riconoscimento e l'apprezzamento (53,2%), il coinvolgimento continuo in progetti strategici (46,8%), l'atmosfera piacevole (26,3%)."L'indagine - commenta Marco Ceresa, ad di Randstad Italia - rivela che una migliore retribuzione e una migliore carriera sono le ragioni per cui i dipendenti lasciano più spesso il proprio posto di lavoro. Per attirare e trattenere i talenti è cruciale, oltre a costruire un'immagine aziendale solida e affidabile, capire le persone e analizzare i fattori che li ancorano all'azienda per cui lavorano o per cui vorrebbero lavorare. Al fine di garantire il coinvolgimento dei dipendenti e mantenere l'impegno a livelli elevati, è essenziale aiutare i candidati e i dipendenti a valutare i propri talenti, le capacità, i bisogni e i valori. Elementi che, se presenti nella vita professionale, possono stimolare la motivazione e determinare un rapporto più stabile e durevole con la realtà lavorativa. Questo contribuisce a trovare le persone giuste e creare, un legame saldo con la cultura e i valori dell'organizzazione".In fase di selezione, gli elementi essenziali per valutare un candidato sono di gran lunga i colloqui personali con curricula vitae, indicati dal 95,9% delle aziende. Mentre i colloqui basati sulle competenze sono ritenuti importanti da oltre il 20% delle organizzazioni.Sono considerati un buon supporto dalla maggior parte dei partecipanti anche i test, la verifica delle referenze, l'assessment e le verifiche dei titoli.Il tempo impiegato dalla maggior parte (69%) delle aziende per un'assunzione a tempo indeterminato va da 1 a 3 mesi; in maggioranza (55% dei casi) lo stesso dello scorso anno, ma il 36% delle aziende indica di aver speso più tempo per trovare le risorse. La ricerca rivela un aumento nelle assunzioni pianificate per l'anno in corso. Il 62% delle aziende ha intenzione di assumere nuovi dipendenti a tempo determinato (era il 60% nel 2015), il 60% in somministrazione (57% nel 2015). La maggior parte dei nuovi inserimenti riguarda divisioni sales (nel 46,7% dei casi), ingegneristiche (41,5%) o di produzione (32,6%). Seguono marketing/comunicazione, It/tecnologia e contabilità-finanza. La principale ragione per cui le aziende sono intenzionate ad assumere è la necessità di acquisire nuove competenze (48,1%), la crescita delle aziende (34,8%) o il lancio di nuovi prodotti o di nuovi reparti (32,6%).La carenza di competenze interesserà il 97,9% delle organizzazioni italiane e i principali ostacoli nel reperimento dei candidati sono la mancanza di esperienza lavorativa, la mancanza di competenze o la conoscenza linguistica insufficiente.Per colmare il gap, quasi otto organizzazioni su dieci (76,9%) offriranno programmi di istruzione e formazione. Una percentuale molto inferiore si concentrerà sull'aumento di retribuzioni-benefit (12,3%), sull'esternalizzazione di alcune mansioni aziendali (12,3%) o sull'aumento di fornitori esterni (11,3%). Le tre fonti più efficaci per la selezione di talenti sono ritenute le società di ricerca-selezione del personale, utilizzate dall'80% delle aziende, le referenze-segnalazioni dei dipendenti (51,8%) e i professional network(46,7%). L'85% dei dirigenti ritiene possibile creare un'organizzazione liquida in azienda che consenta il libero scambio di idee, l'innovazione e l'evoluzione. I fattori principali che potrebbero contribuire alla creazione di un'organizzazione liquida sono soprattutto la condivisione delle conoscenze (indicata dal 72,1%), la flessibilità organizzativa (31,5%), la fiducia diffusa tra i dipendenti (26,1%) e la fiducia nell'organizzazione nel suo insieme (25,5%).Il 54% delle aziende prevede un aumento in linea con il Contratto nazionale di categoria per il 2016, solo il 15% maggiore di quello del Ccnl il 21% non prevede aumenti. Oltre metà delle aziende (56,5%) giudica le proprie retribuzioni 'uguali' rispetto alla concorrenza, il 22,5% maggiori e il 15% minori. La principale ragione che spinge oggi i dipendenti a rassegnare le dimissioni è una miglior offerta di lavoro per retribuzione e condizioni economiche (nel 50,3% dei casi), seguita da un diverso percorso di carriera (41%) e maggiori opportunità di carriera (36,4%).
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