venerdì 9 giugno 2017
Il Politecnico di Milano si posiziona al 170° posto, seguito dall'Alma Mater di Bologna, dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore
L'Open day del Politecnico di Milano

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Per la prima volta quattro Università italiane sono tra le prime 200 al mondo secondo una delle più note classifiche internazionali, il QS World University Rankings: sono il Politecnico di Milano, che si posiziona al
170° posto guadagnando 13 posizioni e confermandosi il primo Ateneo italiano; segue l'Alma Mater di Bologna (188ma, sale di 20 posizioni) e per la prima volta entrano nella classifica la Scuola Superiore Sant'Anna Pisa e la Scuola Normale Superiore (entrambe al 192mo posto).

«L'Italia deve essere orgogliosa per questo risultato», ha detto la ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, spiegando che «il nostro è un sistema accademico con molte eccellenze e realtà storiche prestigiose, è una risorsa fondamentale, un volano di crescita per il Paese. Per questo dobbiamo valorizzarlo e sostenerlo, proseguendo il percorso avviato con l'ultima legge di Bilancio che ha
incrementato il fondo di finanziamento ordinario degli Atenei, riportandolo a sette miliardi di euro; ha aumentato le risorse per il diritto allo studio e stanziato fondi per i migliori dipartimenti che potranno essere utilizzati per l'assunzione di docenti, ricercatrici e ricercatori. Oggi ci complimentiamo con gli Atenei inseriti nel ranking, ma lavoriamo per l'eccellenza complessiva delle nostre Università».

Soddisfazione è stata espressa anche dalle istituzioni locali e accademiche dei quattro Atenei, come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il rettore dell'università di Bologna, Francesco Ubertini, il direttore della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone, e il rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, Pierdomenico Perata.

Al vertice della classifica Qs non mancano le novità: si trovano, infatti, per la prima volta quattro Università
americane e al primo posto si afferma per il sesto anno consecutivo il Massachussett Institute of Technology (Mit). Mantengono il secondo e terzo posto le università di Stanford e Harvard, mentre il California Institute of Technology (Caltech) sale al quarto posto. Altre Università statunitensi e britanniche perdono invece terreno, mentre avanzano quelle di Russia, Australia, Singapore, Cina e India.

Nella classifica sono state analizzate complessivamente 4.388 università e di queste, 956 sono state incluse nella classifica secondo diversi criteri, come opinioni degli accademici e dei datori di lavoro, numero di citazioni, risorse dedicate all'insegnamento, numero di docenti e studenti internazionali.

Commentando i dati italiani, il responsabile della Ricerca per QS, Ben Sowter, ha rilevato che «l'Italia é un Paese straordinario e spero che la classe dirigente decida di incrementare l'investimento per le Università e la ricerca. Favorire il cambio generazionale tra i ricercatori e fermare la preoccupante emigrazione giovani menti brillanti - ha aggiunto - è fondamentale per aumentare la competitività del Paese. Investimenti importanti - pubblici o privati - e continuativi nella ricerca e nella formazione terziaria, sono l'elemento che
accomuna i Paesi in crescita».

La classifica è stata ottenuta considerando criteri diversi. Dal punto di vista dell'impatto della ricerca, per esempio, la Scuola Normale Superiore è al 18° posto e la Scuola Superiore Sant'Anna al 27°. Considerando invece le opinioni di oltre 75mila accademici di tutto il mondo l'università di Bologna è al
77° posto, seguita dalla Sapienza Università di Roma (86°). Le opinioni dei datori di lavoro collocano invece l'Università Commerciale Luigi Bocconi al 30° posto, seguita al 53° dal Politecnico di Milano.

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