sabato 6 febbraio 2016
I destinatari dell’iniziativa sono circa 80 migranti, ospiti del centro di accoglienza Teobaldo Fenoglio di Settimo Torinese, che seguiranno percorsi di orientamento e formazione professionale presso le strutture Cnos-Fap.
Con Anabasi si accolgono i richiedenti asilo
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Parte da Torino Anabasi, il progetto di accoglienza attiva per i richiedenti asilo politico ideato e promosso dal Gruppo Quanta. L’iniziativa è stata presentata dal vicepresidente del Gruppo Quanta, Enzo Mattina, dal presidente del Comitato provinciale Croce Rossa Italiana Torino, Graziano Giardino, dal presidente Cnos-Fao, don Enrico Peretti, dal sindaco di Settimo Torinese, Fabrizio Puppo.Anabasi, parola greca che significa viaggio lungo e difficile, è un progetto di formazione sperimentale, finalizzato alla creazione di figure professionali specializzate molto richieste dal mercato del lavoro e all’inserimento lavorativo e al rafforzamento dei processi di inclusione sociale.I destinatari dell’iniziativa sono circa 80 richiedenti asilo politico, ospiti del centro di accoglienza Teobaldo Fenoglio di Settimo Torinese, che seguiranno percorsi di orientamento e formazione professionale presso le strutture Cnos-Fap presenti sul territorio piemontese. I settori verso i quali orientare l'acquisizione di competenze e i successivi inserimenti lavorativi sono: saldo-carpenteria, lavorazione del legno, lavorazione meccaniche e produzione agroalimentare. Le attività, che hanno preso il via lo scorso 1° febbraio, includono la certificazione e l’insegnamento della lingua italiana, dei diritti e doveri dei lavoratori e dei cittadini nella Repubblica italiana.Anabasi è finanziato con risorse Quanta del Fondo interprofessionale Forma.temp ed è stato concordato con le organizzazioni sindacali piemontesi Felsa-Cisl, Nidil-Cgil, Uiltemp-Uil, che curano direttamente la parte formativa sui diritti e doveri dei cittadini e dei lavoratori."Favorire processi di inclusione sociale - spiega il vicepresidente del Gruppo Quanta, Enzo Mattina - attraverso percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro è fondamentale. Sul finire del 1800, non possiamo dimenticarlo, i termini che oggi vengono attribuiti ai migranti erano utilizzati per riferirsi agli italiani provenienti dal Mezzogiorno. Con Anabasi vogliamo scrivere una storia diversa e replicare l’iniziativa anche in altre realtà che si sono già mostrate interessate al nostro progetto. Attraverso iniziative finalizzate a garantire un’occupazione di qualità, come quella che passa per le agenzie per il lavoro, è possibile favorire l’inclusione sociale".
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