mercoledì 21 luglio 2021
L'iniziativa è inserita nell'ambito dell'intesa, avviata nel 2019, tra il gruppo Megamark di Trani e l'associazione internazionale anticaporalato "No Cap"
Iniziativa contro il caporalato in Puglia

Iniziativa contro il caporalato in Puglia - Archivio

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È iniziata la selezione di 50 braccianti extracomunitari, provenienti dai diversi ghetti della Capitanata, finalizzata alla assunzione, con regolare contratto di lavoro stagionale, da parte di Prima Bio, nella raccolta dei pomodori per la campagna 2021 - 2022. L'iniziativa è inserita nell'ambito dell'intesa, avviata nel 2019, tra il gruppo Megamark di Trani e l'associazione internazionale anticaporalato No Cap, impegnata nel promuovere e valorizzare le aziende agricole che rispettano la legalità e i diritti dei lavoratori. Oltre al regolare contratto di lavoro - che prevede sei ore e mezza di lavoro e una paga giornaliera di 70 euro lordo (contro le 10 ore lavorative imposte dai caporali per una paga di 30 euro, oltre al costo del trasporto su mezzi pericolosi) - i 50 braccianti potranno alloggiare nel villaggio "Don Bosco" gestito dalla comunità Emmaus e raggiungere i campi di pomodori nel Gargano con un mezzo di trasporto messo
gratuitamente a loro disposizione. Il raccolto sarà poi trasformato dall'azienda Prima Bio di Rignano Garganico in passate di pomodoro biologico con marchio di qualità etico "Iammè" e distribuite nei supermercati del Gruppo Megamark a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 presenti nel
Mezzogiorno.

«Lo sfruttamento lavorativo - dichiara Yvan Sagnet, presidente dell'associazione No Cap - è agevolato dalla condizione di disagio e vulnerabilità del lavoratore, spesso, ma non esclusivamente, migrante o preveniente da contesti difficili. Non solo le associazioni, il mondo istituzionale e quello imprenditoriale possono fare qualcosa per contrastare questo fenomeno ma anche i cittadini possono fare la loro parte
scegliendo di comprare prodotti etici e permettendo quindi a modelli virtuosi come questo di crescere nel tempo». Per Francesco Pomarico, direttore operativo del Gruppo Megamark l'iniziativa «è il contributo per una società migliore in cui chi lavora nel settore agroalimentare, impresa o bracciante di qualsiasi razza o provenienza, deve farlo nel solco delle leggi. Anche il consumatore ha tra le mani un'arma potentissima per combattere la piaga del caporalato: informato su cosa porta in tavola, può scegliere consapevolmente cosa mettere nel carrello».

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