martedì 11 settembre 2018
Il Carroccio vorrebbe la chiusura dei negozi, i grillini pensano di bloccare anche l'e-commerce mentre il Partito democratico vorrebbe introdurre 12 superfestivi
Lega, M5S e Pd: ecco le proposte sul tavolo
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Chi vuole ripristinare la chiusura domenicale obbligatoria, chi la estenderebbe anche all'e-commerce, chi crede ancora nella liberalizzazione ma con delle eccezioni e chi preferisce che la competenza torni a regioni ed enti locali. Sulle aperture dei negozi non c'è differenza politica che tenga, tutte e 5 le proposte di legge depositate alla Camera - su cui la commissione Attività produttive lavorerà dal pomeriggio di giovedì prossimo - intendono introdurre restrizioni alla totale 'deregulation' in vigore dal 2012. Vediamo come i ddl Lega, Movimento 5, Partito Democratico, Consiglio regionale delle Marche e un ultimo di iniziativa popolare modificherebbero lo status quo.

LEGA, RIPRISTINARE L'OBBLIGO DI CHIUSURA DOMENICALE FESTIVA Negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi, ad eccezione di quelli delle località turistiche. La proposta della Lega vuole poi riportare alle Regioni la competenza in materia, riconoscendo loro la possibilità - d'intesa con gli enti locali - di adottare un piano con giorni e zone in cui gli esercenti possono derogare all'obbligo di chiusura. Ad esempio, per le domeniche di dicembre e altre quattro domeniche o festività negli altri mesi dell'anno.

M5S, STOP PIENA LIBERALIZZAZIONE ANCHE PER E-COMMERCE Abolizione delle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti, ripristino della situazione precedente e ritorno della competenza in materia a regioni ed enti locali. Questa la sintesi della proposta M5S che però estende le misure anche all'e-commerce. "Nei giorni festivi il consumatore potrà continuare a collegarsi ai siti di e-commerce, scegliere e completare l'ordine di un prodotto, ma dovrà essere chiaro che l'attività commerciale in questione, se si svolge in Italia, non sarà esercitata in alcune delle sue fasi", si legge nel testo.

PD, ORARI RESTANO LIBERI, MA CON DELLE ECCEZIONI Il Partito Democratico mantiene il principio generale secondo il quale le attività commerciali sono svolte senza dover rispettare orari di apertura e chiusura, ma individua una serie di eccezioni. Ad esempio, che per 12 giorni festivi l'anno i negozi debbano rispettare orari di apertura e chiusura domenicale e festiva (con una possibile deroga fino a un massimo di 6 giorni). Previsti accordi territoriali e incentivi, sotto forma di agevolazioni fiscali ai tributi di regioni e comuni, per favorirne l'adesione da parte di micro, piccole e medie imprese.

MARCHE, NEGOZI CHIUSI A NATALE, PASQUA E CAPODANNO Obbligo della mezza giornata di chiusura infrasettimanale e facoltà diapertura domenicale e festiva per un massimo di 12 giorni l'anno. Questa la proposta del consiglio regionale delle Marche che comunque esclude aperture a: Capodanno, Epifania, Pasqua, Lunedì dell'Angelo, Anniversario della Liberazione, Festa del lavoro, Festa della Repubblica, Ferragosto, Tutti i Santi, Immacolata Concezione, Natale e Santo Stefano.

INIZIATIVA POPOLARE, COMPETENZA TORNI ALLE REGIONI: stop alla piena liberalizzazione degli orari e ritorno della competenza in materia alle Regioni sono i due punti chiave della proposta di legge di iniziativa popolare.

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