martedì 28 agosto 2012
Le Acli: attenti ai disabili. E per le famiglie tutto ancora da fare. Cambia l’indicatore della "ricchezza" dei nuclei che dà accesso ai servizi pubblici: rivalutata la casa, entrano altri redditi, fotografia più precisa dei patrimoni. Sconti per le spese dei non autosufficienti.
L'INTERVISTA Il sottosegretario Guerra: «Abbassiamo le soglie d’accesso»
COMMENTA E CONDIVIDI
​Il sottosegretario al Welfare, Maria Cecilia Guerra, assicura che «non ci sarà alcun taglio alle prestazioni sociali». Ma la revisione dei criteri dell’Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente), che il governo ha messo a punto e il Parlamento si prepara ad approvare, avrà un impatto non indifferente su migliaia di famiglie. Perché il documento che fotografa e calcola la situazione reddituale e patrimoniale rappresenta il lasciapassare fondamentale per avere accesso a sussidi e servizi sociali dello Stato e degli enti locali: dagli assegni per maternità alla graduatoria per l’asilo nido.Cosa cambierà. La novità di maggiore peso sarà la rivalutazione del valore degli immobili sulla falsariga di quanto deciso per l’Imu. L’abitazione principale varrà dunque un 60% in più rispetto al passato. Ma non solo. Finora era prevista un’esenzione che copriva le abitazioni principali fino a 51mila euro di rendita catastale, mentre secondo le ultime bozze del provvedimento, questa esenzione verrebbe eliminata. Di contro, però, la stessa rendita catastale sarà conteggiata solo al 75%. Il secondo cambiamento fondamentale è che verranno ricompresi tra i redditi anche i vari sussidi come l’indennità di accompagnamento per gli invalidi, oltre a tutti i redditi esenti e quelli soggetti a tassazione sostitutiva. Allo stesso tempo, però, verrà introdotta una sorta di franchigia del 20% sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, mentre i disabili potranno portare, diciamo così in "deduzione", alcune spese sostenute. La stessa disabilità verrà infatti classificata come "media", "grave" o che comporti propriamente la "non autosufficienza", con possibilità appunto di far entrare nel calcolo i costi dell’assistenza necessaria. Allo stesso modo verranno sottratti dalla quota di reddito disponibile gli eventuali assegni per l’ex coniuge e i figli.Sarà calcolata con maggiore precisione anche la situazione delle rendite finanziarie. Per quanto riguarda i conti correnti, infatti, anziché fotografare la situazione al 31 dicembre, sarà presa un’istantanea di un giorno scelto "a caso" negli ultimi tre mesi dell’anno, per evitare che si ricorra a uno "svuotamento" di comodo del c/c in prossimità della data limite (in realtà sarebbe più appropriato calcolare la giacenza media trimestrale, ndr). Diverso sarà anche il metodo di calcolo delle altre disponibilità finanziarie e dell’eventuale patrimonio all’estero. L’ultimo cambiamento – ma non certo per importanza – è che si "ribalta" completamente la modalità di compilazione della stessa dichiarazione Isee. Mentre finora era il contribuente a presentare tutta una serie di documenti e ad esporre le cifre relative ai propri redditi e patrimoni, ora sarà l’amministrazione dello Stato, attraverso Inps e Agenzia delle Entrate a certificare i dati di reddito e patrimonio già in suo possesso e il cittadino dovrà solo presentare le spese da sottrarre o correggere eventuali errori.Rischi e opportunità. «La direzione è quella giusta: verso una maggiore equità nell’accesso alle prestazioni e una più esatta fotografia della situazione, soprattutto patrimoniale dei cittadini che chiedono l’accesso a determinati servizi», commenta Cristiano Gori, docente di politiche sociali alla Cattolica, per il quale «qualche rischio di esclusione per nuclei al limite delle soglie sussiste, ma finora c’era un forte rischio speculare di far accedere alle prestazioni famiglie che non avevano diritto, togliendo così risorse a chi era veramente bisognoso». «Attenzione all’applicazione alle fasce più deboli, in particolare i disabili», chiede da parte sua Andrea Olivero, presidente delle Acli. Sottolineando poi che «la revisione dell’Isee non deve essere considerato l’intervento risolutivo per le politiche familiari. Semmai la premessa per poter costruire ora una vera politica a favore dei nuclei con figli».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: