sabato 18 maggio 2019
I temi delle povertà educative, le iniziative di co-abitazione e un incontro sul futuro del Mezzogiorno al centro della seconda giornata della Biennale su economia sociale e sostenibilità
Il tema delle povertà educative al centro della Biennale su economia sociale di Taranto

Il tema delle povertà educative al centro della Biennale su economia sociale di Taranto

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Abitare in prossimità, con vari progetti di co-abitazione presentati dal Consorzio Nazionale Idee in Rete; il tema delle povertà educative, analizzate da Crescere a Sud e Uil; l’Ecoprossimità, incontro promosso da Consorzio Abele Lavoro, con l’interessante presentazione del progetto 'ScamBioLoGi-Co', ex fabbricato scalo merci di Potenza, oggi la prima Green Station d’Italia, gestita da Legambiente Basilicata. Un luogo restituito alla vita, completamente ristrutturato e reso energeticamente autosufficiente e non inquinante, nonché emporio per la vendita di prodotti biologici e a km0 e sede di incontri formativi e mostre d’arte. Sono tante le suggestioni con cui ha preso il via la seconda giornata della Biennale della Prossimità 2019, quattro giorni su economia sociale, presente e futuro sostenibile, da giovedì e fino a domani nella Città vecchia di Taranto. Poi nell’aula Magna dell’ex convento di san Francesco, oggi sede dell’università, l’incontro su 'Mezzogiorno e prossimità'. «I giovani del Sud e le loro famiglie – ha spiegato il direttore di Fondazione con il Sud Marco Imperiale, a margine del suo intervento – spesso ci chiedono reddito e lavoro come risposta immediata. Il nostro lavoro è invece più complesso, è quello di ricostruire sul territorio le condizioni di base, il capitale sociale, umano, le relazioni sociali, la fiducia in se stessi, negli altri, nel proprio futuro, per rimanere anche quando non arrivano subito i risultati. Quello che forse manca è riuscire a ricostruire un quadro unitario del Mezzogiorno ma fatto direttamente dalle comunità, dalle persone e dalle organizzazioni che vivono il Sud». Al dibattito c’era anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che ha preso un impegno pubblico, sollecitato da Daniele Ferracino, co-direttore della Biennale, affinché di queste giornate nazionali a Taranto resti un’opera-segno negli anni futuri. «Sono qui per dirvi grazie, perché state formando cittadini che credono nella partecipazione, nella pianificazione strategica, che è necessaria per ogni buona ammini-strazione, per questo prometto oggi stesso al sindaco Melucci che, se troviamo il posto adatto, possiamo realizzare anche a Taranto una 'casa della partecipazione' come quella che, come Regione Puglia, già abbiamo a Bari». Nel lungo e ricco pomeriggio della Biennale, con 172 enti iscritti e provenienti da ogni parte d’Italia per 180 eventi, tra dibattiti, workshop, convegni, concerti, teatro, mostre e percorsi di cittadinanza attiva, interessante è stato lo scambio tra istituzioni ed associazioni nel laboratorio 'Comuni fuori dal comune'.

Tra ciò che manca, è emerso, ad esempio, che i molti beni confiscati alla mafia su tutto il territorio, vengono ceduti dalle amministrazioni con difficoltà e tempi lunghissimi. Dal canto loro i sindaci, dai Comuni lucani a quelli lombardi o toscani, hanno espresso la difficoltà di riuscire a portare avanti delle idee che coinvolgano più associazioni insieme. «Ciascuna si sente un’isola, c’è protagonismo ed autoreferenzialità», hanno sottolineato alcuni. Altro tema sollevato da chi opera nel Terzo settore è la scure partitica sul tema del sociale. Quando i tanti sforzi per far decollare un progetto decadono per i cambi di giunte comunali e quindi di casacche. «Come se il sociale fosse di destra o sinistra – hanno spiegato le realtà associative – mentre un percorso di bene per la comunità prescinde dalla politica». Positivo invece il ricorso di sempre più Comuni al bilancio partecipato. Ha poi raccontato la sua esperienza Emiliano Fossi, primo cittadino di Campi Bisenzio, il primo distretto di economia civile d’Italia, dove da quattro anni si svolge un festival su questa tematica. «Ogni pratica amministrativa può essere espressione dell’economia civile – ha spiegato – perché se si parla di urbanistica, si arriva alla rigenerazione urbana, di rifiuti, alla differenziata. Bisogna solo far passare il messaggio che la vita, nel quotidiano, cambia davvero in meglio e che non è roba da sovversivi».

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