martedì 22 novembre 2022
Rapporto Ismea-Qualivita: le produzioni a origine controllata in crescita del 16,1% su base annua, su anche l'export. Per Coldiretti l'etichetta Nutriscore mette a rischio le eccellenze italiane
Prodotti Dop da record. Ma è allarme made in Italy sull'etichetta a colori
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Risultati importanti per la cosiddetta “Dop economy” italiana, che tiene conto degli 845 prodotti Dop, Igp e Stg registrati dall'Italia. Secondo il XX rapporto Ismea-Qualivita presentato oggi, il settore ha chiuso il 2021 con un valore complessivo alla produzione di 19,1 miliardi di euro, in crescita del 16,1% su base annua e con un export da 10,7 miliardi, pari a un +12,8%. Un risultato record, che mostra l’importanza di un sistema corso e organizzato, frutto del lavoro sul territorio di 198.842 operatori e di 291 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero. Con questi dati, il comparto Dop Igp raggiunge ormai la quota del 21% rispetto al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, espressione di un patrimonio economico non delocalizzabile.

In particolare, il comparto cibo Dop Igp sfiora gli 8 miliardi di euro (+9,7%), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro (+21,2%): di fatto ormai più di 1 euro su 5 del cibo e del vino italiano è generato da prodotti a denominazione di origine controllata. Sul fronte delle esportazioni, i prodotti certificati pesano per il 21% sulle vendite totali dell'agroalimentare, un risultato che somma il cibo con 4,41 miliardi (+12,5% su base annua) e il vino con 6,29 miliardi (+13%). In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%). A trainare il vitivinicolo sono i vini Dop (+16%), con in testa gli spumanti (+25%).

Tutto bene, dunque? A lanciare un campanello d’allarme è la Coldiretti, che denuncia come l’etichetta a colori Nutriscore che potrebbe di affermarsi in Europa boccerebbe alcuni prodotti di qualità del made in Italy, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Grana Padano al Prosciutto di Parma, dal Gorgonzola fino al salame di Varzi. Secondo Coldiretti, l’etichetta nutrizionale a colori colpisce ingiustamente quasi l'85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare: si tratta soprattutto di formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni la cui ricetta non può essere cambiata.

Le etichette a colori - continua la Coldiretti - si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull'assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L'equilibrio nutrizionale - precisa l’organizzazione, che parla di etichetta semplicistica – non va ricercato nel singolo prodotto ma nell'equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera.

Secondo Coldiretti, infine, da sottolineare che la riduzione della capacità di spesa degli italiani sta svuotando il carrello, riducendo del 31% il pesce fresco e del 10% l'ortofrutta.


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