lunedì 27 maggio 2013
​Mancano ancora due giorni al vertice di mercoledì, ma l'Italia può già tirare un respiro di sollievo. Ora si apre la partita di come usare i soldi liberati: tra le priorità, far ripartire la crescita. Letta: nessun "tesoretto", se ne parla nel 2014. 
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Mancano ancora due giorni a mercoledì 29, ma l'Italia può già tirare un sospiro di sollievo e considerarsi fuori dalla procedura di infrazione europea per deficit eccessivo. L'orientamento favorevole della Commissione Ue è infatti stato reso noto domenica grazie alle prime indiscrezioni sulla bozza del documento di 'raccomandazione' che verrà sottoposto ai '27'.Un passaggio non di poco conto per il Governo Letta che  sull'uscita dalla 'black list' europea ha puntato quasi tutte le sue fiches e che alla notizia rimbalzata da Bruxelles fa trapelare (con la cautela propria della scaramanzia) tutta la propria soddisfazione. Alla 'chiave' interna ("una buona notizia per il Paese", viene detto a Palazzo Chigi che spera in una scossa per l'economia), si affianca infatti il riguadagnato credito internazionale che permette al Governo di tornare a trattare a testa alta con gli altri paesi 'virtuosi' pur restando la 'raccomandazione' a proseguire sulla via del risanamento dei conti pubblici. Non è solo un effetto 'psicologico' (che pure conta) quello che si sprigionerà con il ritiro del cartellino rosso: si calcola infatti che si libererà un interessante gruzzolo (di circa 8-10 miliardi, anche il ministro Delrio parla di 12 "nelle previsioni più ottimistiche") da utilizzare per tappare i tanti buchi aperti dalle emergenze economiche del nostro Paese, ma anche per far ripartire la crescita. La coperta però, si sa, è sempre troppo corta e i ragionamenti che già si fanno attorno all'utilizzo di questa provvidenziale disponibilità si scontrano tra loro. Per l'immediato c'è la necessità di bloccare l'aumento dell'Iva a luglio (per non deprimere ulteriormente l'economia), di riordinare l'Imu dopo la momentanea sospensione fino a giugno, e ora si è anche aggiunta la crisi siderurgica dell'Ilva con i 40 mila posti a rischio, che si aggiungono al dramma della occupazione giovanile che il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha indicato come priorità assoluta nella utilizzazione del 'tesoretto europeo'. In questo quadro, Epifani ha mostrato le sue coordinate che però non coincidono con quelle del Pdl. Il leader Pd ha infatti argomentato: premesso che le risorse non sono sufficienti per tappare tutte le falle, piuttosto che aumentare l'Iva è bene togliere l'Imu solo alle fasce medio basse, ovvero: "Se hai 4 miliardi da poter mettere, li metti sulla abolizione dell'Imu per tutti oppure dedichi quei soldi a non far aumentar l'Iva e a togliere l'Imu fino a 500-600 eurò". Ma neanche per sogno, l'Imu va abolita per tutti, - hanno ribattuto dal Pdl, con Renato Schifani che ha ricordato al segretario Pd come anche il suo partito sia nettamente contrario all'aumento dell'Iva. Un duello anticipatore della battaglia che va preparandosi in vista di una intesa per mettere a punto la prossima agenda economica del governo con cui Enrico Letta si presenterà al vertice europeo di fine giugno. E che spiega i ragionamenti di queste ore del premier, ben consapevole che di fronte alle innumerevoli emergenze economiche, sarà giocoforza, alla fine, operare delle scelte. Ma intanto il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato ha letto con fiducia la 'promozione' europea che consentirà all'Italia di far sentire più forte la propria voce: "Noi dovremo avere margini di manovra un po' più ampi, adesso che si chiude il processo di infrazione", ha affermato il ministro, e "avremo la possibilità di accedere di più al credito, perchè i soldi sono quelli". Mette un freno a incauti ottimisti il capo del governo, Enrico Letta, che fa sapere che l'uscita dalla procedura di infrazione è una grande notizia in prospettiva per quel che riguarda il bilancio 2014 ma non libera risorse immediate.
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