giovedì 23 gennaio 2014
​Il ministro dell'Economia pensa di incassare 8-10 miliardi nel prossimo biennio.
Evasione record: 52 miliardi nel 2013
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"Domani ci sarà il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che fa iniziare il processo di privatizzazione previsto. Per le Poste si comincia con il 40%, poi vediamo". Lo ha affermato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni a margine dei lavori del Forum di Davos. Saccomanni ha partecipato stamane a un incontro con gli investitori internazionali a porte chiuse insieme al segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, e al ministro delle Finanze giapponese, Haruhiko Kuroda. Il ministro italiano ha spiegato di aver illustrato ai patecipanti i progressi dell'Italia nelle riforme strutturali. "Altre ne faremo domani quando si faranno passi concreti sulle privatizzazioni", ha aggiunto. "Mi hanno chiesto anche cose sull'Europa - ha detto il ministro - e ho sottolineato l'importanza dell'Unione bancaria e del rilancio dell'attività economica Ue attraverso le misure che le istituzioni europee possono prendere". In tema di privatizzazioni, ha spiegato, "domani si farà il decreto" per quanto riguarda Poste italiane: "si comincia con il 40% poi vediamo", ha detto. Il governo italiano si aspetta di incassare 8-10 miliardi di euro nel prossimo biennio dalle privatizzazioni e di questi 4-5 dovrebbero venire dalla vendita di un primo 40% di Poste italiane, cui potrebbe seguire una seconda tranche. Sono le indicazioni date da Saccomanni in una intervista a Reuters Insider Television a margine del forum di Davos. "Complessivamente ci aspettiamo 8-10 miliardi nel prossimo biennio di cui la maggior parte nel 2014", ha detto Saccomanni. "È difficile dare una valutazione di Poste. Una stima conservativa per l'offerta iniziale del 40% è di 4-5 miliardi. Ci aspettiamo che l'operazione sia ben accolta dal mercato e dopo questa offerta iniziale potremmo fare di più", ha aggiunto. Quanto alla cessione di quote in Eni, il gruppo petrolifero nel quale il governo italiano detiene una partecipazione diretta del 4,34% e indiretta del 25,76%, Saccomanni ha spiegato che il 30% "è una soglia importante". "Stiamo valutando e discutendo la possibilità di andare sotto quella soglia ma questo non è per l'immediato", ha detto il ministro. Quanto a Banca Monte dei Paschi di Siena, Saccomanni ha detto di vedere "zero possibilità" che venga nazionalizzata.
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